“Odiavo Piero Pulizzi, aveva distrutto la mia famiglia”, per la prima volta a dire la sua è Kevin Pipitone
Kevin Pipitone, il fratello maggiore della piccola Denise, ha raccontato nella Docuserie ciò che è accaduto dopo la scomparsa
Per la prima volta, dopo 17 anni, Kevin Pipitone, fratello della piccola Denise Pipitone scomparsa il 1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo, racconta la sua versione dei fatti nella serie in onda su Discovery + e su Canale Nove.
Ho sempre odiato Piero Pulizzi perché mi dicevano e mi dicevo che lui era il male, colui che aveva fatto sì che la mia famiglia si distruggesse. Ad un certo punto gli ho augurato anche di morire.
Kevin Pipitone ha confessato che durante il primo periodo, dopo il rapimento della sua sorellina, non è riuscito ad avere un rapporto facile nemmeno con la sua mamma Piera Maggio.
Come ogni figlio, detestava il fatto che sua madre avesse avuto una relazione con un uomo diverso da suo padre, Tony Pipitone e che quindi Denise fosse la figlia di Piero.
“Lei mi diceva sempre un giorno capirai. Ma per me c’era soltanto il tradimento nei confronti di mio padre, perché quando si è piccoli si tende a vedere solo il bianco e nero, ma in realtà ci sono molte sfaccettature di colori”.
Il fratello della bimba scomparsa non si è mai mostrato alle telecamere e non ha mai espresso la sua opinione sul rapimento. Oggi, nella serie, dopo 17 anni, ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti.
Per tanto tempo, essendo soltanto un bambino, si è lasciato influenzare da parenti, che puntavano tutti il dito contro Piero Pulizzi.
Con la crescita, Kevin Pipitone ha cambiato opinione
Diventando un adolescente, per motivi personali, Kevin ha iniziato ad allontanarsi dal suo padre biologico, che lo aveva escluso dalla sua vita e in quel momento vedendo sua madre soffrire, ha realizzato che stava dando la sua vita per la piccola Denise e che aveva bisogno del suo sostegno del suo amore.
Anche Piero, quella persona che lui aveva sempre odiato, in realtà gli stava vicino e lo aiutava a crescere, dandogli soldi per tutto ciò di cui aveva bisogno e accompagnandolo a scuola, nonostante sapesse cosa pensasse di lui.