Omicidio del piccolo Giuseppe, l’appello contro l’ergastolo di Tony Brade Essobti: “La colpa è…”
L'avvocato di Tony Brade Essobti presenta un appello contro la condanna all'ergastolo
“La colpa è della droga”. Dopo la condanna dell’ergastolo di Tony Brade Essobti, il patrigno che ha ucciso il piccolo Giuseppe Dorice, è stata presentata un’istanza d’appello. L’avvocato dell’omicida ha richiesto un’attenuazione della pena del suo assistito e una valutazione di infermità mentale.
Tale richiesta, è nata dal fatto che al momento dell’omicidio, l’uomo era sotto effetto di sostanze stupefacenti. Come riportato nelle lunghe sentenze, Tony Brade Essobti aveva fumato uno spinello. E durante le sue confessioni, ha ammesso di fare spesso uso di cane e di cocaina.
L’avvocato Pietro Rossi ha quindi richiesto il riconoscimento del vizio parziale di mente per l’uso cronico di droga. Non solo, secondo il legale non è ancora stata individuata l’ora precisa del decesso del bambino. Per questo motivo, ha richiesto la nomina di un perito medico-legale.
Nell’istanza si legge la richiesta della “riqualificazione dell’omicidio volontario con l’omicidio con colpa cosciente. Oppure in omicidio preterintenzionale. L’esclusione delle aggravanti e il riconoscimento delle attenuanti generiche“.
Tony Brade Essobti e Valentina Casa accusati di omicidio
Dopo l’ergastolo per Tony, il Tribunale ha condannato anche Valentina Casa a 7 anni di reclusione. La mamma di Giuseppe e della piccola Noemi, è accusata di aver permesso al suo compagno di uccidere suo figlio e di ridurre in fin di vita la sorellina.
Valentina era presente in casa il giorno dell’omicidio e non avrebbe nemmeno chiamato i soccorsi, per cercare di salvare la vita a Giuseppe.
I due minori, secondo Tony Brade Essobti, avevano rotto il letto. Sovrastato dalla rabbia, l’uomo ha iniziato a picchiarli, prima a mani nude e poi con il bastone della scopa. Ha poi lasciato Giuseppe inerme ed è andato via dall’abitazione. Inutile il tentativo di soccorso da parte degli operatori sanitari, che non hanno potuto far altro che constatare la morte del bambino.
La piccola Noemi, invece, è stata ricoverata in ospedale e dopo un lungo periodo di riabilitazione, è riuscita a sopravvivere. Proprio la bambina ha raccontato agli inquirenti che era stato “papà Tony” a picchiarli e che non era la prima volta.