Omicidio di Lecce: le agghiaccianti e contrastanti lettere scritte da Antonio De Marco, nei primi mesi di carcere
Antonio De Marco ha scritto altre 25 pagine del suo diario: riflessioni agghiaccianti e contrastanti tra esse
Sono passati esattamente quattro mesi da quel terribile 21 settembre 2020. Da quando Antonio De Marco, studente di 21 anni di scienze infermieristiche, ha portato a termine il duplice omicidio del giovane arbitro Daniele De Santis e della sua fidanzata, Eleonora Manta. Già dopo la confessione e l’arresto, gli inquirenti avevano trovato una specie di diario nella camera in cui il killer risiedeva in affitto, nel quale raccontava tutte le sue sensazioni e la pianificazione dell’efferato gesto che da lì a poco avrebbe compiuto.
Oggi, dopo circa quattro mesi di reclusione nel carcere di Lecce, sono venute alla luce altre 25 lettere che il killer di Lecce ha scritto durante la sua permanenza nella cella d’isolamento dell’istituto carcerario. Fogli catalogati e numerati che, come per le pagine del diario trovato a casa sua, contengono riflessioni agghiaccianti ma anche contrastanti tra esse.
In alcune di esse, Antonio De Marco ha scritto che se si fosse trovato all’esterno, probabilmente la voglia di uccidere qualcuno sarebbe già ritornata. Uccidere, scrive De Marco rivolgendosi allo psichiatra del carcere, gli è risultato molto facile dal punto di vista emotivo.
In altre lettere, invece, si legge addirittura una sorta di pentimento per ciò che ha fatto:
Per la prima volta ho provato un vero dispiacere per quello che ho fatto. Però se ci penso adesso non sento le stesse cose che ho sentito l’altro giorno, non sento niente e basta (come sempre), ma forse pian piano mi sto avvicinando ad un pentimento.
Pensieri contrastanti nella mente di Antonio De Marco
Pagine sempre più controverse che si vanno ad aggiungere all’agghiacciante diario trovato in casa sua dagli inquirenti pochi giorni dopo l’omicidio. Pensieri contrastanti si trovano addirittura sullo stesso foglio, il numero 13 dei 25 scritti in carcere dall’assassino di Daniele ed Eleonora. Sul fronte del foglio ha scritto:
Ho ucciso Daniele ed Eleonora perché volevo vendicarmi; perché la mia vita doveva essere così triste e quella degli altri così allegra?
Sul retro dello stesso foglio, invece:
Questo omicidio è la cosa che più mi spezza: una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), l’altra è contenta. È felice di avere dato 60 coltellate, poi c’è un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage, come se fosse stata una partita di GTA.