Omicidio Pierina Paganelli, svolta clamorosa nel caso, l’arresto questa mattina: emerso il possibile movente
Svolta nel caso dell'omicidio di Pierina Paganelli: l'arresto questa mattina
È giunta da poche ore la notizia della svolta sul caso dell’omicidio di Pierina Paganelli, la donna di 78 anni uccisa con 29 coltellate la notte del 3 ottobre 2023 nel garage di casa.
La Squadra Mobile di Rimini ha arrestato proprio questa mattina Louis Dassilva, il vicino di casa della donna, morta in seguito alle gravi lesioni riportate dalle numerose coltellate ricevute nel condominio di via del Ciclamino a Rimini. Ed è proprio in quel condominio che gli agenti della polizia si sono presentati oggi 16 luglio per notificare a Dassilva il provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal Gip di Rimini Vinicio Cantarini e richiesto dalla locale procura della Repubblica.
Il movente dell’assassinio di Pierina Paganelli
Le indagini sulla morte di Pierina Paganelli, condotte in maniera serrata nell’arco di tutti questi mesi, sembrerebbero indicare in maniera inequivocabile la figura di Louis Dassilva come autore materiale del terribile omicidio compiuto ai danni dell’anziana donna.
Il 34enne era già stato precedentemente interrogato dagli agenti della Procura. Inizialmente, solo come persona informata dei fatti poi, il 25 giugno scorso, per la prima volta anche come indagato.
L’arresto di Dassilva avvenuto nella giornata di oggi arriva contestualmente all’interrogatorio di Manuela Bianchi, la nuora della signora Pierina, previsto per stamani alle 10 presso la Questura come persona informata dei fatti. La donna, stando alle ipotesi formulate dagli inquirenti, potrebbe rappresentare il vero movente alla base dell’efferato omicidio.
Secondo il gip infatti, l’uomo avrebbe agito uccidendo la donna perché temeva fosse in procinto di scoprire la verità circa la relazione extraconiugale della nuora. Le indagini condotte in questi ultimi mesi avrebbero posto in evidenza una serie di indizi accusatori a carico dell’indagato che ne aggraverebbero indubbiamente la sua posizione.
In base alle osservazioni formulate del gip: “L’azione rileva un movente fomentato da rancori personali. L’azione è stata fulminea e pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell’anziana e anche i luoghi. Conoscenza che a Dassilva era assicurata non solo dal rapporto con Manuela Bianchi, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone, che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all’arrivo dell’autovettura della vittima”.
In particolare, sarebbe venuta meno la credibilità dell’alibi avanzata dall’indagato, smentita dalla riprese effettuate dalle telecamere di zona e dagli accertamenti tecnici compiuti sul telefono del 34enne.
Per mandato diretto della magistratura, sono attualmente in corso anche le perquisizioni presso l’abitazione di Louis Dassilva, eseguite dalla polizia di Rimini e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.