Omicidio Yara Gambirasio, Massimo Bossetti: “Voglio uscire dal carcere a testa alta”
Massimo Bossetti continua a dichiararsi innocente dal carcere
Continua a dichiarare la sua innocenza dal carcere il muratore di Mapello, Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio avvenuto nel 2010. Ricordiamo che la ragazza di Brembate Sopra, in provincia di Bergamo, venne trovata morta in un campo tre mesi dopo la scomparsa. Da lì l’inizio di una serie di indagini che hanno visto Massimo Bossetti come unico colpevole del delitto.
L’uomo ha sempre dichiarato la sua innocenza anche dal carcere. Oggi, a parlare, è l’avvocato dell’uomo Claudio Salvagni che durante un’intervista ha dichiarato:
Massimo Bossetti è molto contento, molto positivo, e ha detto ‘io continuo a credere nella giustizia, voglio uscire da quel portone del carcere, a testa alta e soprattutto voglio uscire non per un cavillo giuridico perché i miei avvocati hanno trovato magari i cavilli giusti.
E continua ancora citando le parole dell’uomo:
Voglio uscire perché i nuovi esami attesteranno che quel DNA non è il mio, io non sono Ignoto-1, io non ho mai visto, mai toccato e tanto meno ucciso Yara Gambirasio.
L’avvocato di Massimo Bossetti dichiara di credere fermamente nell’innocenza dell’imputato. Ricordiamo che l’arresto di Bossetti è avvenuto nel 2016, 4 anni dopo l’omicidio di Yara. L’uomo è stato identificato grazie ad un’indagine genetica che ha previsto il confronto del DNA del killer con tutta la popolazione bergamasca.
Le parole dell’avvocato di Bossetti sull’omicidio di Yara
Si esprime, inoltre, duramente sulle indagini degli inquirenti. Secondo l’avvocato, infatti, gli inquirenti hanno bypassato tutto quello che non sono riusciti a ricostruire. Tanto da parlare di processo delle anomalie e delle zone d’ombra. Si evidenzia poi il fatto che manca oggettivamente un movente, dal momento che Massimo Bossetti e la piccola Yara non si conoscevano.
Con queste parole l’avvocato si esprime sulla vicenda:
Come sul movente: voglio ricordare che nei processi indiziari il movente è importantissimo perché è il collante che tiene insieme tutti gli indizi. E nel caso specifico sono le sentenze che lo dicono: manca un movente. È un caso oggettivo che Massimo Bossetti e la povera Yara non si sono mai visti, mai incontrati, non si conoscevano.