“Ora potrebbe cambiare tutto” il cellulare di Patrizia Cormos funziona ancora: cosa hanno scoperto gli inquirenti
Ritrovato il telefono di Patrizia Cormos, una delle tre vittime del Natisone: ha fatto 4 chiamate ai soccorsi. Funziona ancora e gli inquirenti cercano immagini e video per capire la dinamica della tragedia
Continuano le indagini sulla tragedia del Natisone. La Procura di Udine ha deciso di passare al setaccio il telefonino di Patrizia Cormos, la ragazza che ha perso la vita insieme agli amici Bianca Doros e Cristian Casian Molnar. Il cellulare, recuperato dalla borsetta della ventenne ancora funzionante, ha registrato quattro chiamate al 112 nei minuti concitati prima del dramma.
Il cellulare ora può dare molte risposte a chi indaga, si cercano foto e video di quei momenti, ma anche messaggi per capire se Patrizia e i suoi amici potevano essere salvati.
Il funerale delle due ragazze è stato celebrato due giorni fa, con un momento di preghiera che ha unito riti cattolici e ortodossi. La madre di Patrizia ha dichiarato che la figlia avrebbe potuto salvarsi, ma ha atteso l’amica che non sapeva nuotare.
La Procura sta utilizzando il cellulare per condurre le indagini sull’accaduto, senza nominare un perito esterno, ma affidandosi al proprio laboratorio informatico. L’obiettivo è chiarire come si è consumata la tragedia e stabilire eventuali responsabilità per omicidio colposo, anche se al momento non ci sono indagati. Il procuratore Massimo Lia dichiara:
“A noi interessa preservare il contenuto del cellulare relativamente alle telefonate, ai messaggi e ai filmati riguardanti la tragedia”.
Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze dalle famiglie delle vittime e dai testimoni oculari, oltre a consultare specialisti per valutare se le procedure di soccorso siano state rispettate. Stanno anche indagando sulla presenza di cartellonistica nella zona del Ponte Romano di Premariacco, in provincia di Udine, dove è segnalato il divieto di balneazione ma non il rischio di piene improvvise.
Le ricerche del ragazzo disperso, Cristian Molnar, continuano con la partecipazione di un’ottantina di persone tra volontari e vigili del fuoco. La speranza è riposta nel calo dell’acqua del fiume, che potrebbe facilitare le operazioni di ricerca.
Il sindaco di Premieracco, Michele De Sabata ha confermato che il livello dell’acqua si sta abbassando e che le ricerche proseguono senza sosta. Il fratello di Cristian, Petru Radu, non perde la speranza di trovare il suo fratello vivo e partecipa attivamente alle operazioni di ricerca.
La comunità di Udine resta unita nel lutto per questa tragedia e spera di trovare risposte e giustizia per le vittime e le loro famiglie.
Leggi anche: “Sono morti perché sono stati colpiti dall’effetto freezing”: ecco di cosa si tratta e perché è molto frequente