Parla la preside della scuola frequentata da Makka: “Disposti ad aiutarla, le siamo vicini”
Makka non andrà in carcere, il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per la 18enne che ha ucciso il padre
Il Gip ha convalidato il fermo per Makka, la 18enne che ha accoltellato il padre per difendere la madre. Ha disposto gli arresti domiciliari per la giovane, visto che non c’è, a suo parere, la possibilità di fuga. La tragedia si è verificata nel comune di Nizza Monferrato.
Dopo quanto accaduto, la preside dell’Istituto Pellati, frequentato da Makka, ha voluto rilasciare delle dichiarazioni a nome di tutti gli operatori scolastici e dei compagni di scuola, per mostrare la propria vicinanza alla studentessa.
Per noi è un sollievo sapere che Makka attenderà il processo degli arresti domiciliari e noi siamo a disposizione per aiutarla a seguire il suo percorso di studi. Ciò che è successo ha toccato l’intero istituto. Siamo vicini a Makka, la madre e ai fratelli più piccoli. Come istituto siamo vicini agli alunni della classe 3BL e a tutti coloro che come noi sono turbati da questo tragico evento. La scuola organizzerà un servizio di supporto psicologico professionale per chiunque ne senta la necessità.
Makka voleva difendere la madre, dopo l’ennesima lite e le ennesime violenze da parte di suo padre, Akhyas Sulaev. Ha confessato il delitto, spiegando agli inquirenti che la sua intenzione non era quella di ucciderlo. Voleva solo che la smettesse di picchiare lei e la madre. Quel giorno, l’uomo si era licenziato e poi si era presentato al ristorante, mentre madre e figlia stavano lavorando. La prima come lavapiatti e la seconda come cameriera.
Voleva che mia madre si licenziasse, ma lei si è rifiutata, cercando di fargli capire come avremmo fatto senza soldi. Lo ha allontanato dal ristorante, lui poi gli ha mandato un messaggio per dirle che a casa l’avrebbe uccisa. Quando siamo tornate, ha riniziato. Quando sono intervenuta, si è scagliato su di me. Mi ha inseguita in camera e mi ha preso a pugni. Ho preso il coltello, non volevo ucciderlo.
Anche la madre di Makka ha testimoniato quanto accaduto in quella casa, è certa che se sua figlia non fosse intervenuta, lei ora sarebbe morta. O lo sarebbero entrambe. Non era la prima volta che l’uomo le picchiava, tuttavia le due donne non lo avevano mai denunciato.
Sapeva dove picchiarci, ci faceva lividi in punti nascosti.
Makka è accusata di delitto volontario aggravato. Il Gip ha disposto gli arresti domiciliari in attesa dell’udienza.
Voleva strangolare mia madre, volevo difenderla.
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