Paura in pronto soccorso, terribile aggressione al triage: soccorsa un’infermiera
Aggressione al pronto soccorso di Avellino: infermiera ferita al volto e alle braccia dal parente di un paziente in attesa
Un’altra violenta aggressione in ospedale. Questa volta, a farne le spese è stata un’operatrice socio-sanitaria dell’Ospedale Moscati di Avellino. Ha subito, nel pomeriggio di ieri, la rabbia di una familiare di un paziente in attesa al pronto soccorso. L’episodio, reso noto oggi 21 settembre, è l’ennesima dimostrazione della crescente tensione che si respira nei luoghi di cura. Il personale medico si trova sempre più spesso a fronteggiare non solo emergenze sanitarie, ma anche la rabbia e l’impazienza dei pazienti e dei loro familiari.
Tutto è iniziato quando la donna, esasperata dall’attesa per la visita del suo caro, ha iniziato a protestare con veemenza. L’infermiera, con professionalità, ha spiegato che il ritardo era dovuto alla priorità concessa ai casi più gravi. La risposta non è stata accolta bene dalla familiare, scatenando una reazione furiosa.
Dalle parole, si è presto passati ai fatti: l’operatrice sanitaria ha subito prima offese verbali. Subito dopo, anche violenze fisiche, riportando ferite al braccio e alle labbra. Solo grazie al tempestivo intervento delle guardie giurate addette alla sicurezza dell’ospedale si è evitato che la situazione degenerasse ulteriormente. L’operatrice, visibilmente scossa, ha sporto denuncia contro l’aggressore.
L’episodio riaccende i riflettori su un tema sempre più preoccupante: le aggressioni al personale sanitario. Gli operatori, già sotto pressione per la gestione delle emergenze, si trovano spesso a fronteggiare reazioni incontrollabili e ingiustificabili da parte di chi, esasperato dall’attesa, dimentica che la loro priorità è salvare vite. Proprio dei giorni scorsi la notizia della tragedia di Foggia. Medici e infermieri sono stati protagonisti di una vicenda movimentata in seguito al decesso di una giovane ragazza.
Resta da chiedersi fino a quando medici, infermieri e operatori sanitari dovranno continuare a lavorare in queste condizioni di pericolo. Gli organi competenti devono capire cosa si possa fare per proteggere chi si impegna quotidianamente per la salute di tutti.