Piera Maggio indispettita dalla tv russa: “I risultati del DNA in diretta tv”
L'avvocato di Piera Maggio ha spiegato come mai i risultati del DNA saranno resi noti solo il lunedì di Pasquetta
Sono ore che stanno tenendo l’Italia, ma anche la Russia con il fiato sospeso. Piera Maggio è in attesa dei risultati del test del DNA di Olesja Rostova, la ragazza che in diretta nazionale ha fatto un disperato appello per ritrovare la mamma biologica.
I telespettatori italiani, accortesi della forte somiglianza con Piera Maggio, hanno segnalato il caso a Chi L’ha Visto e in poche ore il caso è stato riaperto. A distanza di 17 anni dalla sua sparizione, si riaccende una speranza per Denise Pipitone.
A far indispettire Piera Maggio, sarebbe però l’atteggiamento dei giornalisti russi che vorrebbero spettare la diretta nazionale per svelare i risultati degli esami del sangue della giovane ragazza russa.
A commentare questa cosa è l’avvocato della donna, il legale Frattizza, intervistato da DavideMaggio.it ha spiegato come sono realmente oggi i rapporti con la Russia:
Bisognerà attendere Pasquetta e la diretta di un programma televisivo russo per capire se il gruppo sanguigno di Olesya Rostova, la ragazza di Mosca rapita da piccola e in cerca dei genitori, si incrocia davvero con il dramma di Piera Maggio, la mamma di Mazara del Vallo che vide sparire la sua bimba, Denise, il primo settembre del 2004. È la televisione, bellezza!
A questo punto la domanda a sorgere spontanea è una: ma nessuno può far qualcosa per far sapere quanto prima alla donna se ha realmente ritrovato sua figlia? L’uomo ha spiegato:
Ho avuto contatti ieri notte con la redazione russa, abbiamo parlato molto a lungo per arrivare ad un accordo. Bisogna considerare che, sostanzialmente, questa ragazza maggiorenne in questo momento è gestita e aiutata nel fare questi riscontri da persone del primo canale russo. Se questa storia fosse proseguita in maniera poco chiara, avremmo avuto comunque l’appoggio dell’Ambasciata e dei funzionari italiani a Mosca che avevano dato la loro disponibilità. Ma non c’è motivo di attivare canali internazionali burocratici o diplomatici perché in questo momento abbiamo un buon rapporto con i giornalisti.