“Ritirati il giorno della morte” dove ha comprato Andrea Prospero i farmaci utilizzati per togliersi la vita
Indagini sul traffico illegale di farmaci online dopo la morte di Andrea Prospero, che ha acquistato Oxycontin per 170 euro, coinvolgendo due ragazzi indagati per istigazione e spaccio.
La tragica storia di Andrea Prospero ha messo in luce i pericoli legati al traffico illegale di farmaci online e all’uso di piattaforme social per attività illecite. Questo evento ha scosso l’opinione pubblica, rivelando la vulnerabilità dei giovani nel confronto con sostanze pericolose e la facilità con cui possono procurarsele attraverso canali non ufficiali. Le indagini sono attualmente in corso per fare chiarezza su questo caso e per prevenire ulteriori tragedie simili.

Il traffico illegale di farmaci e le indagini in corso
Le autorità stanno indagando su un traffico illegale di medicinali che ha consentito ad Andrea Prospero di acquistare senza difficoltà i farmaci che ha assunto prima di perdere la vita. Risultano indagati due giovani, uno accusato di istigazione al suicidio e l’altro per aver venduto i farmaci, già noto per detenzione e spaccio. Quest’ultimo risiede in prossimità di Napoli e, durante un’ispezione, sono stati rinvenuti 10.000 euro in contante nella sua abitazione. Questo elemento ha sollevato interrogativi sulla portata delle operazioni illecite e sulla rete di contatti coinvolti nel traffico di farmaci non autorizzati.
Le indagini hanno rivelato che Andrea aveva effettuato ricerche online per ottenere informazioni sui farmaci e aveva interagito con spacciatori su piattaforme come Telegram. Le sette compresse di Oxycontin, per le quali ha pagato 170 euro, sono state ritirate il giorno stesso della sua morte. Nei giorni precedenti, aveva anche prelevato altri medicinali da un armadietto Inpost, evidenziando un accesso preoccupante a sostanze pericolose. Le autorità stanno ora approfondendo i dettagli delle conversazioni avvenute tra Andrea e il giovane arrestato, per verificare se ci siano stati ulteriori istigatori coinvolti e se qualcuno avesse potuto intervenire per evitare la tragedia.
Il tragico acquisto di Oxycontin e le conversazioni finali
Le indagini rivelano che le ricerche di Andrea Prospero sono iniziate con una sessione su ChatGPT, culminando nell’acquisto di sette compresse di Oxycontin da spacciatori su Telegram. L’acquisto è avvenuto in un contesto di vulnerabilità, e Andrea ha interagito con un giovane che lo ha incoraggiato ad assumere le compresse. Tra i messaggi scambiati, si leggono frasi inquietanti come “Mangia tutte e 7 le pasticche e basta” e “Se vuoi ammazzarti, ammazzati e zitto”. Questi scambi evidenziano non solo la gravità della situazione, ma anche la pericolosità di conversazioni condotte in un contesto di isolamento e disagio. Le autorità stanno attualmente cercando di determinare se altri partecipanti alla chat avessero la consapevolezza di quello che stava avvenendo e se avrebbero potuto fare qualcosa per fermarlo. La questione dell’intervento di terzi è cruciale, soprattutto riguardo a un utente che, comprendendo la gravità della situazione, ha scelto di non allertare i soccorsi.
Il ricordo di Andrea da parte della sorella gemella
In un’intervista a un noto quotidiano, Anna, la sorella gemella di Andrea Prospero, ha condiviso il suo dolore e la sua incredulità per la perdita del fratello. Ha dichiarato: “Penso che Andrea avrebbe voluto che io proseguissi per la mia strada, lo farò anche per lui”. Riferendosi alla loro relazione, ha aggiunto: “Io ho un carattere diverso, sono più forte, più estroversa. Per questo ero la sua roccia, il suo faro”. Anna ha espresso la sua confusione riguardo al fatto che Andrea non abbia condiviso con lei i suoi problemi, ribadendo il suo stato di ansia e preoccupazione. La sua testimonianza pone in evidenza quanto sia importante il dialogo e il supporto tra i giovani, specialmente in un contesto dove il disagio può portare a decisioni fatali. La sua frustrazione per non aver ricevuto segnali dal fratello mette in luce la necessità di creare ambienti sicuri in cui i giovani possano esprimere liberamente le loro emozioni e le loro difficoltà.