Roberta Bruzzone sull’omicidio di Lecce: “De Marco personalità disturbata”
La criminologa più famosa della tv, Roberta Bruzzone, ha commentato l'omicidio di Lecce e la personalità di Antonio De Marco, il killer
La criminologa più famosa del mondo dello spettacolo, Roberta Bruzzone, è intervenuta anche sull’omicidio di Lecce. La donna, molto stimata anche nei salotti televisivi, ha fornito una lunga e chiara descrizione sulla personalità di Antonio De Marco, l’unico killer di questa tragica storia.
La donna, intervistata dal Leggo.it, ha risposto ad una lunga serie di domande dando una spiegazione sul movente e sulla personalità del killer. Il ragazzo, di soli 21 anni, avrebbe ucciso la coppia di fidanzati per “vendetta”.
Ma vendetta di cosa? Il killer ha giustificato il gesto spiegando che era disturbato dalla troppa felicità della coppia, con la quale ha convissuto qualche mese. Roberta Bruzzone lo descrive così
Siamo davanti a una personalità disturbata, di tipo narcisistico, probabilmente borderline. Credo che il giovane abbia trasformato la decisione di De Santis di riprendersi l’abitazione per vivere con la compagna in una sorta di abbandono. Non si credeva parte della coppia, ma della situazione. Vivere con De Santis, stimato in città, lo gratificava. Il mancato rinnovo dell’affitto lo ha fatto sentire escluso, umiliato.
Una personalità vendicativa che non ha mai nascosto la sua natura. A testimonianza un post di Facebook di Agosto in cui il giovane parlava di vendetta.
Era vendicativo, lo dimostra anche quel messaggio su Facebook. Voleva punire i due fidanzati per far capire che era importante e che non potevano liberarsi così di lui. Le previste torture lo facevano sentire gratificato.
Sono i social il problema? Forse no, ma sono ormai una parte integrante delle nostre vite e come tali vanno studiati e presi in considerazione.
I social possono far credere che ci siano rapporti anche dove non ci sono. Soggetti disturbati possono pensare di essere amici di qualcuno, magari per un messaggio. Lo sto sperimentando su di me, come personaggio pubblico. Le personalità più fragili possono non elaborare frustrazioni per presunte ma inesistenti relazioni e arrivare ad adottare comportamenti autodistruttivi o, come in questo caso, eterodistruttivi.