Roberto Renga, storico giornalista de Il Messaggero, morto a 76 anni
il mondo dello sport e quello del giornalismo a lutto per la scomparsa di Roberto Renga, scomparso dopo una lunga battaglia con una malattia
Il mondo del giornalismo italiano, in particolare quello sportivo, nella giornata di ieri ha perso un uomo, un professionista esemplare che per decenni ha riempito le pagine dei quotidiani. Roberto Renga, storico inviato nelle maggiori competizioni sportive e cronista di altri tempi, si è spento per sempre all’età di 76 anni. Ha lottato a lungo con un brutto male che alal fine lo ha sconfitto.
Nato a Perugia a metà degli anni quaranta, si era trasferito ad Ardea, in provincia di Roma, dove poi si è stabilizzato e ha creato la sua carriera.
Renga è stato uno dei giornalisti e cronisti sportivi più importanti e apprezzati degli ultimi decenni. Ha lavorato a lungo per Il Messaggero. Ha seguito da inviato ben 7 campionati mondiali di calcio, 7 campionati europei 2 Coppe d’Africa, una Coppa America e i Giochi Olimpici in Australia del 2000.
Innumerevoli gli articoli e il libri scritti nel corso della sua lunga e fortunata carriera.
Negli ultimi anni lavorava come opinionista a “RadioRadio“, ma in passato aveva presenziato anche a diversi programmi televisivi. Uno su tutti il Processo del lunedì di Aldo Biscardi.
Era da tempo che si era allontanato dal lavoro, perché impegnato a combattere la sfida più dura della sua vita: un brutto male che alla fine, all’età di 76 anni, se l’è portato via.
Circa un anno fa, conscio del triste destino che gli sarebbe presto o tardi toccato, aveva scritto di sua mano l’epitaffio. Tre frasi, affidate ai figli con l’incarico di pubblicarle quando il giorno sarebbe arrivato.
Non posso lamentarmi. Sono stato molto amato e molto odiato. Il mio perdono a tutti meno tre.
Cordoglio per la morte di Roberto Renga
Sono decine i messaggi di cordoglio apparsi sui social nelle scorse ore. Tanti amici, colleghi e collaboratori hanno voluto salutare Roberto Renga pubblicamente, tendendo le lodi alla bella persona e impeccabile professionista che è stato.
Tra i più toccanti, quello di Antonello Valentini, ex capo ufficio stampa della Nazionale italiana di calcio e poi direttore generale della FIGC. Queste le sue parole:
In un giornalismo sempre più codino e compiacente, mancheranno il suo rigore professionale, la caccia alla notizia, la difesa delle proprie idee, la capacità di confrontarsi senza scorciatoie e convenienze. E senza riserve mentali. Ciao Roberto, con te se ne va anche un pezzo della storia della Nazionale italiana e quindi della storia professionale che abbiamo condiviso per qualche decennio.