Salvador Ramos: le parole del papà del giovane killer della scuola in Texas
Intervistato dai giornalisti americani, Salvador Ramos, papà omonimo del giovane killer del Texas, ha raccontato tutto il suo dramma
Sono giorni di dolore assoluto per tutti gli Stati Uniti e in particolare per le famiglie delle vittime della Robb Elementary School. A soffrire molto, in ogni caso, è anche la famiglia di Salvador Ramos, il 18enne autore della strage, che poi è morto a sua volta ucciso dai poliziotti intervenuti. A parlare ai giornalisti è stato il papà, che porta lo stesso nome del figlio.
Quanto accaduto in Texas, più precisamente alla Robb Elementary School, è destinato a far discutere per moltissimo tempo. Un evento drammatico che non verrà mai cancellato dalla memoria del paese, soprattutto da quella delle famiglie delle 21 vittime della strage.
Ma c’è anche un’altra vittima, Salvador Ramos appunto. Lo stesso autore della strage che è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dalla Polizia intervenuta sul posto.
A parlare per prima è stata Adriana Reyes, sua mamma, che visibilmente sconvolta ha dichiarato:
Mio figlio a volte poteva essere aggressivo ma non era un mostro. A volte avevo una sensazione di disagio e gli chiedevo ‘ehi, che cosa stai combinando?’. Ma tutti noi abbiamo in corpo la rabbia, alcuni ne hanno più di altri. E Salvador poteva essere aggressivo se si arrabbiava davvero.
Intervistato poi anche il compagno della donna, Juan Alvarez, che ha dichiarato che Salvador era un ragazzo solitario e che da circa due mesi viveva con i nonni.
Le parole del papà di Salvador Ramos
I giornalisti del Daily Beast hanno raggiunto invece il papà di Ramos, che come il figlio si chiama Salvador. Anche lui si è mostrato devastato e sconvolto da quanto accaduto. Da quello che suo figlio ha fatto e dalla morte dello stesso.
Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da mio figlio. Avrebbe dovuto uccidere me invece di fare quello che fatto.
Poi ha raccontato il momento in cui sua madre lo ha chiamato, mentre era a lavoro, spiegandogli quello che era successo.
Hanno ucciso il mio ometto. Non vedrò più mio figlio, come gli altri genitori non vedranno più i loro e questo mi fa male
Continua intanto l’indagine, che a quanto pare è rivolta anche alla Polizia. Per la prima volta nella storia, infatti, essa ha confessato di aver fatto degli errori durante l’intervento, ritardando l’ingresso nella scuola più del dovuto.