Saman Abbas, il padre vuole partecipare al processo in Italia
Il legale pakistano del padre di Saman Abbas ha comunicato al collega italiano che l'uomo vuole partecipare al processo in Italia
L’udienza per l’estradizione del padre di Saman Abbas è stata rinviata di nuovo. Una notizia per la quale ormai l’Italia non si sorprende più. Tuttavia, dal Pakistan è finalmente arrivato un aggiornamento positivo.
A comunicarlo è stato il legale di Shabbar Abbas e della moglie Nazia, Simone Servillo.
L’avvocato ha ricevuto una mail dal suo collega pakistano, attraverso la quale lo ha informato della decisione del loro assistito, di partecipare al processo in Italia. Il padre di Saman Abbas vuole quindi essere presente all’udienza, insieme al resto dei parenti.
Oggi c’è una manifesta volontà da parte di Shabbar Abbas di essere presente, tant’è vero che la mail inviata dal collega pachistano dice chiaramente di partecipare e, addirittura, all’udienza di ieri in Pakistan lui ha dato il consenso ma, disgraziatamente, come dice il collega, non c’era nessuno a rappresentare l’autorità italiana. Questo è quanto scrive il collega pakistano.
Nonostante la nuova notizia, l’udienza che si è tenuta in Pakistan è stata rimandata un’altra volta. Nessuna decisione dal giudice sull’estradizione in italia o sulla richiesta del legale del posto, sul rilascio di Shabbar su cauzione. La prossima udienza si terrà il 21 marzo.
Sono cinque le persone accusate del delitto di Saman Abbas: lo zio Danish, i due cugini, il padre Shabbar e la madre Nazia, oggi ancora latitante. Nessuno sa dove la donna si trovi e non c’è certezza che qualcuno in Pakistan la stia cercando davvero.
La versione dello zio di Saman Abbas
Lo zio Danish, accusato di essere il mandante del delitto, ha negato le accuse. Ha raccontato di essere stato svegliato di notte dai due cugini, quando Saman era già morta ed ha ammesso di aver partecipato alla sepoltura. Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz gli avrebbero confessato che era stata la madre Nazia a compiere il delitto della nipote.
Durante l’ultima udienza in Italia, è intervenuto anche il legale del fidanzato della 18enne pakistana e ha richiesto che i genitori del ragazzo, minacciati in Pakistan, vengano portati in Italia:
I genitori del fidanzato ricevevano spari intorno alla casa in Pakistan ogni volta che Saqib rilasciava interviste. Per questo motivo chiediamo che i suoi genitori siano portati in Italia.
Saqib Ayub, questo il nome del giovane, secondo quanto riferito dalla difesa, ha intenzione di sporgere una nuova denuncia nei confronti del padre di Saman, dopo che il genitore lo ha accusato in Pakistan di aver percepito 20 mila euro per far sparire la figlia.