Samarate, le prime parole di Alessandro Maja dall’ospedale ai suoi legali
Samarate, le prime parole di Alessandro Maja ai suoi legali dall'ospedale: ha detto che non c'era premeditazione
I legali di Alessandro Maja sono riusciti a fargli visita in ospedale, nella giornata di venerdì. L’uomo viste le sue condizioni, è ancora ricoverato e a breve, quando i medici lo considereranno idoneo, potrà andare davanti al Giudice per spiegare le motivazioni del suo gesto.
Sono ancora in corso tutte le indagini su questo episodio così straziante, che ha sconvolto la famiglia, ma anche tutta la comunità. Per tutti erano una famiglia serena e felice.
La tragedia si è consumata nella mattinata di mercoledì 4 maggio. Nell’abitazione in via Torino, che si trova a Samarate, in provincia di Varese.
Il papà per motivi ancora da chiarire, in preda ad una furia omicida, ha ucciso prima la moglie, che dormiva sul divano e poi sua figlia Giulia, di 16 anni, che era nel suo letto.
Subito dopo ha provato anche ad uccidere suo figlio Nicolò, ma quest’ultimo si è svegliato giusto in tempo ed è riuscito a fuggire. Ora si trova ricoverato in ospedale e le sue condizioni risultano essere davvero gravi. Il padre pare che abbia usato un martello come arma.
Le prime parole di Alessandro Maja dall’ospedale
Da quel momento l’uomo è in arrestato ed è accusato di omicidio. Pochi giorni dopo il delitto era stato trasferito in carcere, ma per un peggioramento delle sue condizioni, hanno deciso di portarlo di nuovo in ospedale, nel reparto di Psichiatria.
I suoi legali Enrico Milani e Sabrina Lamera sono riusciti ad incontrarlo nel pomeriggio di venerdì. L’uomo ha spiegato che non c’era premeditazione, come è trapelato dai racconti dai suoceri. Maja ha raccontato:
Non avrei voluto che succedesse una cosa del genere, voglio spiegare e raccontare cosa è accaduto al Giudice.
Nella giornata di sabato, il medico legale ha anche eseguito le autopsie sui corpi delle due vittime. Dai primi risultati emersi non risultano esserci sorprese, poiché la mamma e la figlia sono morte per dei colpi alla testa e al viso, proprio come sapevano già gli inquirenti.