Scomparsa della piccola Kata, il padre con alcuni amici è andato a cercarla in un campo rom
Il gesto disperato del padre di Kata, con la speranza di poterla ritrovare: si è recato con alcuni suoi amici in un campo rom
Sono ancora in corso tutte le indagini per la misteriosa scomparsa della piccola Kata, la bimba di soli 5 anni che dal pomeriggio di sabato 10 giugno, non si trova. La madre l’aveva lasciata ad uno zio, ma quest’ultimo l’ha persa di vista per qualche minuto ed alla fine è scomparsa.
Gli inquirenti stanno facendo tutte le indagini del caso. Hanno fatto diverse perlustrazioni all’interno dell’hotel Astor, struttura occupata abusivamente da diverse famiglie peruviane.
Tuttavia, nella mattina di sabato 17 maggio il Giudice, ne ha disposto lo sgombero. Lo scopo è proprio quello di poter perlustrare bene il posto ed anche in via preventiva, visto che all’interno ci vivono circa 40 bambini.
Sono ben 17 i nuclei familiari che vivono dentro quell’albergo abbandonato. A controllare le stanze sono tre racket, due di origini peruviane, uno di questi vicino alla famiglia di Kata ed uno di romeni.
Il papà della piccola, dopo la scarcerazione disposta dal Giudice, è stato ascoltato diverse volte dagli inquirenti. Inoltre, l’uomo forse per disperazione e perché ha un’idea di dove sia finita la figlia, ha tentato un gesto disperato.
Con alcuni suoi amici, si è recato in un campo rom per cercare la piccola. Tuttavia, le sue ricerche non hanno avuto esito positivo.
Il giallo della scomparsa di Kata
L’ultima immagine della bambina risale alle 15.01 di sabato 10 giugno. Era uscita fuori la struttura con altri bambini, per poi rientrare pochi istanti dopo e poi di lei si sono perse le tracce. La madre in quei minuti era a lavoro.
Quando la donna è rientrata a casa, la figlia già non c’era più, ma prima di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine, hanno atteso 4 lunghe ore. Probabilmente speravano di riuscire a ritrovarla prima.
Da quel giorno sono in corso tutte le indagini del caso. Gli agenti hanno ascoltato alcuni abitanti di quella struttura. Tuttavia, per ora l’ipotesi per ora è quella del sequestro di minore, con scopo di ritorsione. I genitori con la famiglia dello zio, nel frattempo sono stati trasferiti in una struttura protetta.