Scuola: cosa succederà a settembre? Le prime ipotesi
Le prime ipotesi sulla riapertura a settembre delle scuole: più ore di lezioni e niente chiusura il sabato o didattica a distanza? Tutto dipende dalla curva dei contagi.
Non si torna a scuola, questa è ormai cosa certa. La domanda adesso è: a settembre tornerà tutto alla normalità? Per il momento sono state fatte soltanto alcune ipotesi. Turni in classe mattina e pomeriggio. Lezioni anche il sabato e cantieri aperti in estate, per recuperare edifici che hanno bisogno di interventi.
Lezioni anticipate, per le prime tre settimane del mese, per il ripasso dell’anno precedente e poi si partirà con le lezioni dell’anno successivo. La riapertura potrà essere virtuale o reale, ma questo verrà deciso in base alla curva dei contagi e alla situazione dell’emergenza sanitaria. Tutto ciò che verrà detto in questi giorni, sono scenari o ipotesi. Sono piani preparati per ogni eventualità.
“La lezione a distanza non può bastare”, è quanto pensano psicologi educatori, le famiglie e anche il sottosegretario all’istruzione Giuseppe De Cristofaro. Nonostante i 75 milioni di euro investiti nell’emergenza, ci sono ancora tantissime famiglie e tantissimi studenti senza le attrezzature, senza computer o tablet per la didattica a distanza.
Sono 8 milioni e mezzo i ragazzi che dovranno tornare sui banchi, ai quali si aggiungono i 900 mila insegnanti e i 200 mila amministrativi impegnati nella didattica.
La scuola chiede al governo di mettersi lavoro subito, per assicurare il ritorno a scuola in classe dopo l’estate.
De Cristofaro ha affermato che per ripartire bisognerà fare tutti gli sforzi necessari, perché la didattica a distanza ha colmato il vuoto, ma ogni giorno amplifica le disuguaglianze che già esistono normalmente a scuola.
È intervenuto anche Francesco Sinopoli, il segretario della federazione dei lavoratori della conoscenza della Ggil, sindacato scolastico:
“Per dimenticare quanto perduto in tanti mesi sono necessari forti investimenti, organici docenti amministrativi, laboratori, edilizia scolastica e sicurezza. 3 miliardi sono la base di partenza per tornare in classe A settembre con il distanziamento sociale, ma si può anche salire. I carichi di questa rinascita peseranno sulle spalle dei nostri docenti, sottopagati. Ad oggi non c’è stato detto nulla, quale organizzazione didattica ci sarà per quale ciclo scolastico, banalmente quale investimento sulla sanificazione degli istituti e sui dispositivi di sicurezza si farà”.
Riguardo questo ritorno in classe, la ministra Azzolina ha nuovamente spiegato: “Il mio compito è quello di tutelare gli studenti e garantire alle famiglie che finché non ci sarà sicurezza per tornare a scuola, non torneranno in classe, ma ho anche il dovere di pensare a degli scenari per far sì che gli studenti continuino a lavorare. Il mio compito è valutare vari scenari”.