Se un dipendente rifiuta di fare il vaccino, può essere licenziato? La risposta di Pietro Ichino
Non tutti sono favorevoli al vaccino, ma un datore di lavoro può scegliere di imporlo: parla il giurista Ichino
Dall’inizio della distribuzione del vaccino in Italia, sono molte le persone che hanno espresso la propria opinione. Non tutti sono disposti a sottoporsi alla somministrazione. C’è chi è contrario e chi ha paura di possibili effetti collaterali. Come è già stato ribadito diverse volte, il vaccino non è obbligatorio. Ogni persona è libera di scegliere. La somministrazione è gratuita e consigliata.
Riguardo questo argomento, il giurista Pietro Ichino ha spiegato, durante un intervista con la testata giornalistica Corriere della sera, che se un dipendente si rifiuta di fare il vaccino, il suo datore di lavoro può decidere di licenziarlo.
L’ex senatore del Pd, ha spiegato che:
L’articolo 2087 del codice civile obbliga il datore di lavoro ad adottare tutte le misure suggerite da scienza ed esperienza, necessarie per garantire la sicurezza fisica e psichica delle persone che lavorano in azienda, il loro benessere.
Cosa ha voluto dire Ichino con queste parole? Se il datore di lavoro crede che il vaccino sia essenziale per il benessere della propria attività, può imporre ai propri dipendenti di farlo e se questi dovessero rifiutarsi, può liberamente scegliere di licenziarli, per giusta causa. La decisione di non sottoporsi alla somministrazione, può essere vista come una scelta di non proteggere la salute degli altri.
Il datore di lavoro, può quindi appellarsi all’articolo citato dal giurista.
Il vaccino in Italia
Fino ad oggi, sono più di 7.500 le persone già vaccinate in Italia e che dopo diverse ore dalla somministrazione, non hanno mostrato effetti collaterali.
La priorità è ora per gli operatori sanitari e tutto il personale medico e per gli anziani residenti nelle Rsa.
In seguito, il vaccino sarà distribuito in modo gratuito a tutta la popolazione, partendo dalle categorie più fragili. Si partirà, quindi, da anziani, persone con malattie, persone disabili e bambini.