“Si arrabbiava perché…” Strage di Nuoro, emersa la testimonianza di alcuni vicini dell’autore della tragedia
Alcuni vicini, parlando nell’anonimato, hanno condiviso dettagli che aggiungono elementi alla figura dell'assassino della strage di Nuoro
Dai racconti di amici, parenti e colleghi non emerge un quadro preoccupante a proposito del colpevole della strage di Nuoro. I pareri, talvolta, sono però contrastanti anche se la maggior parte ha parlato di Roberto Gleboni come un uomo gentile e disponibile. Eppure, stanno emergendo lentamente sempre più dettagli ed episodi di chi lo ha conosciuto.
Quello che sembrava, a quanto pare, un padre affettuoso si è trasformato in uno spietato assassino capace di compiere un vero e proprio massacro intorno a sé. La città di Nuoro, infatti, è ancora sconvolta dalla tragedia compiuta dal Gleboni, che ha sparato alla moglie, a due dei suoi figli e a un vicino, prima di togliersi la vita.
Due anni fa, sua figlia, una delle vittime, lo definiva “il più grande amore della mia vita”. Oggi la storia sembra essere diventata molto diversa rispetto all’immaginario idilliaco esterno. Nella casa del massacro solo il figlio di 14 anni è sopravvissuto, e adesso rispetto al “dolce caos” della famiglia numerosa resta un profondo e doloroso silenzio.
Alcuni vicini, parlando nell’anonimato, hanno condiviso dettagli che gettano nuova luce sulla figura dell’assassino di Nuoro. Gleboni, agli occhi di molti una persona cortese e disponibile, negli ultimi tempi aveva iniziato a mostrare segnali di disagio nel palazzo di via Ichnusa. Qui, l’uomo viveva con la sua famiglia da sei anni e pare ci siano stati episodi strani.
“Parlando con altri inquilini è emerso che reagiva in modo eccessivo per piccole questioni condominiali”, riferisce uno dei vicini di casa. Secondo quanto riferito, Gleboni avrebbe compiuto piccoli dispetti, come spostare i bidoni della raccolta differenziata per mettere in difficoltà qualche altro condomino.
“Chi avrebbe potuto immaginare una tragedia del genere?”, si chiede con amarezza un residente. “Quante persone strane incontriamo ogni giorno, ma questo è inimmaginabile”. Un altro vicino di casa ha dichiarato a proposito di quella mattina maledetta: “Ho sentito un forte boato prima dei colpi, come se qualcuno avesse spostato un grande mobile. Poi, una serie di spari, cinque o sei in rapida successione. Non ho pensato che fossero proiettili, sembravano petardi”. Purtroppo, in quel di Nuoro, quelli erano i colpi della furia omicida di Roberto Gleboni.