Silvia Romano: perché si è convertita all’Islam
Silvia Romano torna a parlare e svela finalmente il motivo della sua conversione all'Islam; ecco cosa ha detto
Silvia Romano è tornata dalla sua prigionia convertita all’Islam. In una recente intervista, la cooperante milanese ha spiegato le motivazioni di quella conversione che pochi hanno capito e molti hanno condannato.
Silvia Romano è stata liberata all’inizio di maggio 2020 dalla sua prigionia ed è tornata ad abbracciare la sua famiglia. Ma, al suo ritorno, tutti hanno notato i vestiti che indossava la cooperante milanese. In seguito, Silvia Romano ha confermato quello che molti pensavano: di essersi convertita all’Islam.
Recentemente, la giovane volontaria che ora si fa chiamare Aisha, ha spiegato, in un’intervista concessa al giornale online La Luce, perché si è convertita all’Islam.
L’approccio all’Islam
La cooperante italiana ha iniziato a raccontare il suo percorso partendo dall’inizio, dal momento del rapimento. Ecco cosa ha detto:
“Nel momento in cui fui rapita, iniziando la camminata, iniziai a pensare: io sono venuta a fare volontariato, stavo facendo del bene, perché è successo questo a me? Qual è la mia colpa? È un caso o qualcuno lo ha deciso? Queste prime domande credo mi abbiano già avvicinato a Dio, inconsciamente. Ho iniziato da lì un percorso di ricerca interiore fatto di domande esistenziali”.
Silvia Romano ha poi parlato di una seconda fase iniziata quando era già in prigione:
“Il passaggio successivo è avvenuto dopo quella lunga marcia, quando già ero nella mia prigione; lì ho iniziato a pensare: forse Dio mi ha punito”.
Infine, la giovane ha parlato ti un momento specifico in cui si è rivolta per la prima volta a Dio. Era in Somalia, nella sua stanza di prigionia, quando c’è stato un bombardamento:
“Un altro momento importante è stato a gennaio, ero in Somalia in una stanza di una prigione, da pochi giorni. Era notte e stavo dormendo quando sentii per la prima volta nella mia vita un bombardamento, in seguito al rumore di droni. In una situazione di terrore del genere e vicino alla morte iniziai a pregare Dio chiedendogli di salvarmi perché volevo rivedere la mia famiglia. Gli chiedevo un’altra possibilità perché avevo davvero paura di morire. Quella è stata la prima volta in cui mi sono rivolta a Lui. Poi a un certo punto ho iniziato a pensare che Dio, attraverso questa esperienza, mi stesse mostrando una guida di vita, che ero libera di accettare o meno”.