Sorelle morte travolte da un treno a Riccione, la psicologa contro la gogna sui social verso i genitori

I genitori non hanno colpe

La psicologa contro la gogna sui social che in queste ore sta puntando il dito contro i genitori delle due sorelle morte travolte da un treno a Riccione. Madre e padre di Giulia e Alessia non hanno colpe. E sicuramente non hanno bisogno di essere giudicati in questo momento di profondo dolore che tutta la famiglia sta vivendo.

Alessia e Giulia

Dopo la tragedia avvenuta a Riccione nella mattinata di domenica 31 luglio 2022, i soliti leoni da tastiera sui social hanno accusato i genitori delle ragazzine morte travolte da un treno Frecciarossa diretto a Milano. Leoni da tastiera ed hater di ogni età, che puntano il dito contro il padre e la madre, colpevoli, secondo loro, di averle lasciate da sole.

C’è chi dice che due ragazzine così non possono andare in discoteca da sole, che non avevano nessuno che vigilasse su di loro, che la Riviera nel weekend è il regno dello sballo e i genitori sono colpevoli di averle abbandonate. Accuse pesanti in un momento che dovrebbe essere di rispetto e silenzio, anche per le due vittime.

Maura Manca, psicoterapeuta esperta dell’età evolutiva e presidente dell’osservatorio nazionale Adolescenza onlus, spiega che i genitori non devono essere accusati:

Dobbiamo ragionare di più, ma il cellulare elimina le emozioni. Ormai tutto è pubblico: criticare e giudicare un genitore in una condizione di questo tipo è veramente grave. Io lavoro con i ragazzi e tocco situazioni drammatiche, estreme, in situazioni così una parte dei genitori muore assieme ai figli.

Giulia e Alessia

Sorelle morte travolte da un treno a Riccione, le parole della psicoterapeuta

È per loro una tortura fisica perché probabilmente non si daranno mai una spiegazione. La perdita di un figlio è un dolore inimmaginabile, contro natura fondamentalmente. Il nostro cervello, invece, ha bisogno di capire e di sapere ed essere attaccati pubblicamente aumenta lo strazio.

Queste le parole della psicologa, che poi aggiunge, in merito alla gogna social:

È un dolore immenso, perché devono già lavorare sui propri sensi di colpa, sulle domande che li accompagneranno per sempre insieme al dolore di aver perso due figlie. Devono gestire una situazione famigliare enorme, piena di problematiche che li condizionerà tutta la vita. Essere vittime id attacchi gratuiti, di persone che non conoscono la situazione, continua ad alimentare il problema e gli fa rivivere l’incubo. Il padre, la voce della figlia che gli dice ’Stiamo tornando’, la sentirà per tutta la vita: il cervello terrà stretta quell’ultima volta che si sono telefonati. Le persone questo non lo capiscono. Molti genitori si lasciano andare dopo la morte del figlio, non ce la fanno.

Loro non hanno colpe:

Loro non potevano fare niente. Un adolescente non si tutela non facendolo uscire. Cosa realmente sia successo non lo possiamo sapere, era una condizione particolare. Giulia e Alessia erano ragazze in grado di affrontare una serata, non era la prima volta che uscivano, ed erano capaci di intendere e volere.