Stefania Rota, un batticarne l’arma del delitto
Gli inquirenti hanno scoperto perché è morta
Dopo il fermo del cugino di secondo grado, vanno avanti spedite le indagini sul caso di Mapello, in provincia di Bergamo. Per il decesso di Stefania Rota è un batticarne l’arma del delitto usata da Ivano Perico, uno dei parenti con cui aveva più contatti la donna di 62 anni il cui corpo è stato rinvenuto senza vita solo settimane dopo il decesso. Alla base della lite finita in tragedia delle questioni legate a dei beni immobili di famiglia.
Secondo quanto scoperto dagli inquirenti e riportato nelle ultime ore dal Corriere della Sera, Ivano Perico avrebbe usato un batticarne contro la cugina Stefania Rota. Il 61enne avrebbe colpito la donna per motivi legati a degli immobili di famiglia.
Secondo quanto emerso, ci sarebbe un condono edilizio per un capannone che apparteneva alla donna di 62 anni alla base del terribile omicidio avvenuto a Mapello. L’unico che può però confermare questa ipotesi è l’indagato, che però si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia.
Stefania Battistelli e Piero Pasini, legali di Ivano Perico, sostengono che il loro assistito è pronto a raccontare tutto quello che è accaduto di fronte al pubblico ministero. E aggiungono che è anche psicologicamente fragile e non sarebbe consapevole di quanto successo.
Si deve liberare di un peso. Ha perso la testa, qui si parla di un dolo d’impeto.
Al centro della lite e del delitto della donna di 62 anni un magazzino affittato a una società edile. Capannone che ha una parete vicina alla casa dell’uomo di 61 anni.
Stefania Rota, un batticarne per porre fine alla sua vita durante una lite con il cugino
Secondo gli investigatori, Stefania Rota sarebbe deceduta l’11 febbraio. Da quel giorno non ci sono più comunicazioni con il cugino e le amiche. Ed è anche di quel giorno l’ultimo aggiornamento sul diario.
In quelle pagine avrebbe scritto di stare attenta proprio al cugino, che ha tentato di depistare le indagini.