Stephanie Aston, morta per una rara malattia: i medici l’accusavano di fingere

I medici accusavano Stephanie Aston di fingere, i sintomi erano solo nella sua testa. Poi è arrivata la triste diagnosi

È stata accusata di fingere da quegli stessi medici a cui si era rivolta. La storia di Stephanie Aston ha già fatto il giro del mondo. Nonostante alla fine è stata scoperta la giusta diagnosi, la donna non ce l’ha fatta.

La storia di Stephanie Aston

Stephanie Aston aveva accusato frequenti mal di testa, svenimenti, tachicardia, mal di stomaco e lividi sul corpo. Si era rivolta a diversi medici, sentendosi perfino dire che i sintomi erano solo nella sua testa. Finché non è arrivata la triste diagnosi. La donna era affetta dalla rara sindrome di Ehlers-Danlos (EDS). Si tratta di una malattia genetica che colpisce il tessuto connettivo del corpo e che può presentarsi in 13 diverse varianti.

La storia di Stephanie Aston

Per tanto tempo ha lottato contro la sua condizione e ogni volta si sentiva dare della bugiarda. Quel circolo vizioso che si era creato intorno a Stephanie, l’aveva portata perfino a compiere atti autolesionistici e a chiedere aiuto ad una psichiatra.

La lunga battaglia di Stephanie Aston

Le verità sulle sue reali condizioni di salute, è arrivata solo dopo un ricovero all’ospedale di Aukland. Da quel momento ha iniziato la sua battaglia, denunciando anche la vicenda al Commissariato per la salute e la disabilità e raccontando la sua storia sui social, sperando di sensibilizzare le persone e raggiungere tutti i pazienti nella sua stessa condizione.

La storia di Stephanie Aston

Ha poi dato vita all’associazione Ehlers-Danlos Syndromes New Zealand, che ha lo scopo di aiutare e sostenere tutte le persone che soffrono della rara malattia genetica. Ma lei stessa non è riuscita a vincere la sua battaglia. È stata la stessa organizzazione, che per anni ha lottato al suo fianco, a dare la triste notizia del suo decesso. Oggi Stephanie è ricordata come una donna coraggiosa e determinata, diventata un “faro giuda” per tutta la sua comunità, che la porterà per sempre nel cuore.