Strage di Perugia, chi erano le tre vittime trovate morte nel casolare: emersa una tragica scoperta sulle due donne

Omicidio di Perugia: gli investigatori ipotizzano si tratti di omicidio-suicidio

La drammatica scoperta di 3 corpi senza vita ha sconvolto pesantemente la comunità del perugino. Padre, madre e figlia sono stati trovati privi di vita all’interno della loro abitazione alle porte di Perugia, nella mattina di martedì 10 settembre. Tra le prime ipotesi investigative omicidio-suicidio. Le tre vittime erano note e conosciute nella comunità.

Polizia scientifica; foto dall'archivio
Polizia scientifica; foto dall’archivio

Nella mattina di martedì 10 settembre una macabra scoperta ha scosso pesantemente la comunità del perugino e quella umbra in generale. In un casolare alle porte di Perugia, Fratticciola Selvatica, un uomo ha scoperto il corpo senza vita della fidanzata e poco distante anche quello dei suoceri. L’uomo era preoccupato per la compagna Elisa visto che non aveva sue notizie da qualche giorno e non si era presentata a lavoro.

Le vittime della strage di Perugia

In base alle prime indagini il padre di Elisa, Enrico Scoccia, dopo aver preso il suo fucile ha sparato alla moglie ed alla figlia che si trovavano in giardino e poi si è tolto la vita con un colpo alla testa. L’uomo di 69 anni era in pensione dal 2022, prima lavorava nel mondo dell’insegnamento. La moglie, Maristella Paffarini di 66 anni, era una dipendente della Prefettura di Perugia. Elisa aveva 39 anni e lavorava nel mondo della ristorazione in un noto ristorante della zona.

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Perugia tre corpi trovati senza vita in casa
Il casolare della famiglia

In base alle testimonianze ed agli accertamenti medico legali sembra che gli omicidi siano avvenuti nel fine settimana, probabilmente nella giornata di sabato. Il compagno di Elisa racconta di averla sentita l’ultima volta proprio nel pomeriggio di sabato. Uno dei vicini ha dichiarato alle forze dell’ordine di aver visto Enrico durante la giornata del 7 settembre e di aver udito dei colpi di arma da fuoco sempre nella stessa giornata. L’arma detenuta da Enrico era regolarmente registrata vista la sua passione per la caccia al cinghiale.

Enrico era appassionato di cavalli e condivideva con la figlia Elisa questa passione. I vicini lo descrivono come una persona gentile e cordiale. Un gesto estremo che forse nasconde un grande dolore ed un disagio. Gli investigatori continuano ad indagare per far luce sulla vicenda.