Teresa Di Tondo, la figlia della donna uccisa dal compagno: “Non meritavi tutto questo”
Ecco le parole della figlia della donna uccisa dal compagno, poi suicida
In merito al femminicidio di Teresa Di Tondo, la donna che ha perso la vita per mano del compagno, che poi si è tolto la vita nel giardino della villetta in campagna, parla la figlia rimasta orfana di madre. La ragazza, affrontando un lutto e una perdita troppo grandi, ha parole dure anche nei confronti dell’uomo che le ha portato via l’affetto della donna più importante della sua vita.
Cara mamma, mai e poi mai avrei pensato di dedicarti una lettera in questa drammatica situazione. Non ci sono parole per quello che è successo, non puoi capire quanto soffra al solo pensiero di quello che ti è capitato.
Così la figlia della donna di 44 anni deceduta a Trani, per mano del compagno Massimo Petrelli, scrive alla madre, in una lettera dedicata a lei, dopo che l’uomo di 52 anni che diceva di amarla l’ha portata via dall’affetto dei suoi cari, prima di togliersi la vita.
Nessuno merita un trattamento così, tu soprattutto, dopo quello che hai fatto per me e per la persona che ti ha tolto la vita. È stato doppiamente egoista, non ha pensato neanche a me.
Così scrive la ragazza che ha perso la mamma per mano del compagno.
Teresa Di Tondo, le parole della figlia
Non puoi capire la disperazione ieri in villa, urlavo per strada la parola ‘mamma’. Lo sai quanto eri speciale per me e viceversa, ce lo dimostravamo sempre. Io la tua ragione di vita e tu la mia. Ci siamo sempre date forza a vicenda. Sei sempre stata presente e ti prometto che farò di tutto per averti anche da morta qui in casa con me, perché tu mamma eri casa. Ti chiedo solo di darmi la forza di andare avanti, in questo momento sono circondata da tante persone, ma sai tu soltanto mi bastavi. La mia rabbia è tanta, così tanta che ho deciso che quella persona non si meriterà neanche un manifesto, perché nessuno darebbe mai il triste annuncio di un assassino. Non posso spiegarmi tutto questo e non me lo spiegherò mai.