Trovate sostanze tossiche nel corpo di Giulia Tramontano, compatibili con un topicida: le scoperte

Trovate sostanze nel corpo di Giulia Tramontano, che sembrano essere compatibili con il veleno per topi: le ultime notizie

Una notizia importante è quella che il quotidiano Il Giorno ha reso nota, sul caso di Giulia Tramontano. Hanno scritto che durante gli esami dei tessuti del suo corpo, hanno trovato una sostanza che potrebbe essere compatibile con un topicida.

sostanze giulia

Due bustine di questo veleno, le forze dell’ordine le hanno trovato all’interno di uno zaino di Alessandro Impagnatiello. Quest’ultimo però nel suo primo colloquio, ha negato di averlo usato in casa.

L’uomo in realtà ha detto agli inquirenti che ne aveva bisogno a lavoro. Ora però saranno solo gli esiti di questi accertamenti a dare conferma o meno della sua versione.

Da ciò che ha riportato il quotidiano Il Giorno, il medico ha delle sostanze tossiche nel corpo di Giulia, che sembrerebbero essere compatibili con questo veleno. Adesso però bisognerà capire se si tratta proprio di quello.

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Inoltre, gli inquirenti vogliono capire se sono arrivate anche al piccolo Thiago, il bimbo che la donna portava in grembo. Questo perché negli ultimi giorni sono emerse delle ricerche fatte sul web, dallo stesso Impagnatiello, in cui chiedeva come avvelenare un feto.

Il delitto di Giulia Tramontano commesso da Alessandro Impagnatiello

Tra Giulia ed Alessandro negli ultimi tempi la situazione era difficile. Questo perché lei aveva appena scoperto di una relazione parallela di lui, che portava avanti da circa un anno. Il 27 maggio ha incontrato l’altra ragazza.

Insieme erano riuscite a far crollare il suo castello di bugie. Una volta rientrata a casa, il barman ha messo fine alla vita della ragazza, con circa 39 fendenti.

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Successivamente ha cercato di bruciare il corpo, prima nella vasca da bagno e poi nel box auto. Prima di ammettere le sue colpe, ha fatto credere a tutti che Giulia era andata via ed ha presentato anche una denuncia alle forze dell’ordine.

Solo 72 ore dopo, incastrato dalle prove, ha deciso di confessare e quindi di far ritrovare il corpo. Lo aveva avvolto in alcuni cellophane e lo aveva nascosto in mezzo ad alcuni box, a circa 400 metri dalla sua abitazione.