Un dolore che colpisce una città intera: l’uomo, che voleva solo compiere un gesto eroico, non ce l’ha fatta. Lascia un figlio di appena 13 anni
Dramma a Udine: Shimpei Tominaga morto dopo giorni di agonia. Sabato era intervenuto per sedare una rissa tra giovani
Si chiamava Shimpei Tominaga l’uomo 57enne originario del Giappone che, nella giornata di ieri, si è spento per sempre dopo alcuni giorni di agonia. All’ospedale di Udine ci era finito sabato notte, dopo che aveva cercato di sedare una rissa tra giovani ed era finito per essere brutalmente picchiato. Fatale una caduta a terra e il forte impatto con la testa sull’asfalto.
L’ennesima rissa tra giovani in Italia che questa volta si è trasformata in tragedia. È accaduto tutto sabato notte in centro ad Udine, dove cinque giovani hanno iniziato una rissa molto violenta. Lì vicino si trovava anche Shimpei Tominaga, che subito è intervenuto per cercare di sedare la colluttazione.
Il suo gesto eroico, tuttavia, gli è costato caro. I ragazzi hanno aggredito anche lui e con un pugno lo hanno scaraventato a terra facendogli battere violentemente la testa sull’asfalto. Soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale del capoluogo friulano, è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva, dove i medici hanno tentato in ogni modo di salvargli la vita. Purtroppo ogni tentativo si è rivelato vano e qualche ora fa è arrivata la notizia della sua morte cerebrale.
I cinque giovani coinvolti nella aggressione sono stati individuati nei giorni scorsi e martedì, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Udine aveva applicato le prime misure nei loro confronti. Per Samuele Battistella residente a Mareno di Piave, Daniele Wedam e Abdallah Djoumaa, entrambi residenti a Conegliano, era stato deciso per la detenzione in carcere. Mentre per Ivan Boklac e Oleksandr Vitaliyovich Petrov, residenti a Pescara e di origine ucraina, era stato invece disposto il divieto di dimora in Friuli Venezia Giulia.
Con la morte di Tominaga, per tutti loro si prospetta un aggravamento di posizione e inevitabilmente un cambio di imputazione che, da lesioni gravissime, diventerà di omicidio preterintenzionale.
Shimpei arrivò in Italia da piccolo insieme a suo padre Kenichi, che per primo si occupò della commercializzazione dei cartoni animati giapponesi. Da Roma si è poi trasferito a Udine, dove attualmente lavorava all’esportazione di mobili e arredamenti Made in Italy nel suo paese d’origine. Lascia la moglie e un figlio di 13 anni.