“Usa l’amore filiale”. Il fratello di Saman Abbas condizionato dalla madre Nazia: cosa è emerso
Nazia avrebbe contattato il fratello di Saman Abbas, per convincerlo a non parlare: le parole dell'avvocato Barbara Iannuccelli
Il fratello di Saman Abbas continua a parlare in aula, durante le udienze del processo per il delitto della sorella. Il caso della 18enne pakistana che non voleva accettare il matrimonio combinato, ha segnato la cronaca italiana.
Il ragazzo si è detto stufo di vivere nel terrore, ha confessato di non aver parlato finora per paura di fare la stessa fine di Saman Abbas. Il tribunale di Reggio Emilia ha stabilito che le sue dichiarazioni nel processo non sono utilizzabili, poiché il ragazzo avrebbe dovuto essere uno degli indagati. Ora però, le sue parole hanno un peso importante nel processo, il fratello di Saman Abbas non parla più da testimone, bensì da indagato.
L’avvocato Iannuccelli, parte civile, ha spiegato di come la madre Nazia si sia comportata con il ragazzo, esattamente come aveva fatto con Saman. Avrebbe usato l’amore filiale con entrambi. L’associazione Penelope ha sempre descritto Nazia come colei che ha fatto cadere la figlia nella trappola pianificata dalla famiglia. Le aveva promesso che l’avrebbe aiutata se sarebbe tornata a casa. Aiutata a riprendere i documenti, così che avrebbe potuto fare ciò che desiderava ed essere finalmente libera.
Saman Abbas si è fidata di quella donna, della sua mamma, come provano le conversazioni. Tuttavia non è mai uscita da quella casa. La 18enne pakistana è scomparsa nel 2021 ed è stata trovata senza vita dopo un anno e mezzo, seppellita vicino ad un vecchio casolare a Novellara. In un punto non molto distante da quella che era la casa di famiglia.
L’autopsia ha stabilito che è deceduta per asfissia meccanica da strangolamento.
La madre di Saman Abbas avrebbe cercato di condizionare il figlio maschio
Nazia si comporta con il figlio come si comportò con Saman. Utilizza l’amore filiale nei confronti del ragazzo per convincerlo a non parlare e a fargli dire che sono tutti innocenti. Quando sono iniziate le domande su Nazia, lui non ha risposto subito. Ha avuto lunghi silenzi e moti di commozione. Eppure ha detto che Saman è stata presa dai due cugini e dallo zio, mentre i genitori guardavano. Quindi non l’ha esclusa dalla scena del crimine.
Il legale ha poi spiegato che Nazia, l’unica ancora latitante, ha contattato il figlio attraverso il numero WhatsApp di una cugina, chiamata Maria. Ma era lei a parlare. Tutte le conversazioni sono state tradotte ed inserite in una relazione.
Rappresentano una prova importante su quanto di importante il ragazzo avesse da dire.