Verità per Denise Pipitone: lo striscione sul palazzo vescovile di Mazara del Vallo
Tutti uniti per cercare la verità su Denise Pipitone. Lo striscione apparso sul palazzo vescovile di Mazara del Vallo
Dopo 17 lunghi anni, Piera Maggio può contare sul supporto della comunità di Mazara del Vallo e dell’intera Italia. La storia della ragazza russa, anche se non si è conclusa come in tanti avevano sperato, ha riportato l’attenzione sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone.
Pochi giorni fa, è apparso uno striscione sul palazzo vescovile di Mazara del Vallo: “Verità per Denise”. Una vicenda che nel 2004 ha visto soltanto silenzi ed omertà. Adesso è arrivato il momento di supportare e mostrare vicinanza ad una madre che continua a lottare, nella speranza di riabbracciare la sua bambina.
Lo stesso Vescovo ha accolto l’appello dell’associazione Arco, invitando tutta la comunità a battersi per la verità. Ecco le sue parole:
Sta emergendo, oggi più tristemente e drammaticamente che nel passato, che Denise e i suoi familiari sono stati travolti da un’ondata malefica e colpevole di bugie, omissioni, omertà e silenzi. È ora di fermare e spazzare via questi veleni e di chiedere tutti uniti e ad alta voce: ridateci Denise.
Piera maggio ha denunciato pubblicamente il silenzio di coloro che sanno cosa sia accaduto quel 1 settembre alla piccola Denise e nonostante tutto, continuano a rimanere in silenzio. Oggi la bimba è diventata la figlia dell’intera Italia e tutti si sono uniti al grido della sua mamma.
Caso Denise Pipitone: le parole di Maria Angioni
Anche la Pm che nel 2004 coordinò le indagini sul caso, ha voluto dire la sua in diretta tv. Maria Angioni durante la trasmissione Ore 14 in onda su Rai2, ha raccontato di come le indagini siano state depistate. Coloro che erano tra i sospettati, sapevano di avere i telefoni sotto controllo. Un’accusa contro la polizia, che basterebbe per far riaprire il caso di Denise Pipitone.
Abbiamo avuto grossi problemi. Abbiamo capito che dopo tre giorni tutte le persone sottoposte a intercettazioni già sapevano di essere sotto controllo. Ad un certo punto, quando ho avuto la direzione delle indagini, ho fatto finta di smettere di intercettare e poi ho ripreso da capo con forze di polizia diverse, nel disperato tentativo di salvare il salvabile.