Vincent Plicchi: lo straziante racconto del papà
Il papà di Vincent Plicchi, il 23enne che si è tolto la vita in diretta su TikTok, afferma che ad uccidere il figlio è stato il cyberbullismo
In una straziante intervista rilasciata a La Repubblica, il papà di Vincent Plicchi ha raccontato il suo dramma. Secondo lui suo figlio è morto di Cyberbullismo. Cosa ha detto l’uomo al quotidiano.
Nella serata di martedì è avvenuto un episodio che ha scioccato il mondo dei social e in particolare quello di TikTok.
Vincenzo Plicchi, un influencer con più di 200mila seguaci, famoso per essere un cosplayer di un noto personaggio dei video giochi, ha deciso di togliersi la vita mentre si registrava in una diretta.
Chi lo guardava ha provato a farlo desistere. Alcuni hanno contattato i soccorsi, altri, quelli che lo conoscevano meglio, hanno addirittura chiamato suo padre dicendogli di correre a casa sua per aiutarlo.
Il papà di Vincent ci è andato di corsa a casa sua, è entrato nella cameretta del figlio, ma quando ormai era già troppo tardi.
La disperazione del papà di Vincent Plicchi
Sono parole drammatiche quelle che l’uomo rilascia a La Repubblica, ricordando suo figlio come “un ragazzo meraviglioso. Un gioiello che oggi ho dovuto seppellire. Era creativo, amava disegnare e costruire i costumi dei suoi personaggi. Un artista vero“.
Alla domanda sui motivi che hanno spinto suo figlio a compiere un tale gesto, l’uomo ha risposto dando la colpa al cyberbullismo.
Anche il padre sapeva della pesanti accuse che suo figlio Vincent Plicchi aveva ricevuto negli ultimi tempi. Pare che una ragazza minorenne, dopo averlo contattato per delle collaborazioni, lo abbia invece accusato di molestie.
Mi è venuto qualche sospetto quando per un periodo ha chiuso i profili social. Aveva smesso anche di aggiornare quello del suo lavoro nel negozio di tatuaggi. A quel punto gli chiesto il perché, e lui mi ha raccontato delle accuse di pedofilia. Ho scoperto tante cose su chi lo ha diffamato e ho già detto tutto ai carabinieri. Tutto per qualche follower.
In fine l’uomo ha raccontato dell’ultimo giorno di vita di suo figlio. I due si erano incontrati al mattino e il 23enne gli aveva detto che non sarebbe andato a lavoro perché aveva un leggero mal di testa.
Verso le 21:00 lo ha chiamato di nuovo, chiedendogli se avesse bisogno di medicine, ma Vincent aveva detto di no.
Alle 23:00, in fine, una ragazza che lavorava con il 23enne ha suonato al campanello dell’uomo, gettandolo giù dal letto e avvisandolo del fatto che forse era accaduto qualcosa.
Ho provato ad aprire la porta senza riuscirci, poi dal balcone ho tirato su la serranda e l’ho visto.