Vincenza Angrisano: la rabbia della famiglia del marito assassino
"È la nostra vergogna": sconvolti, scioccati, arrabbiati per quanto accaduto a Vincenza Angrisano, sono anche i familiari di Luigi Leonetti
Sono tutti profondamente scioccati ad Andria per l’ennesimo femminicidio avvenuto in Italia, quello di Vincenza Angrisano. Lo sono anche i familiari di Luigi Leonetti, il marito 52enne della vittima, autore del folle gesto. Uno dei fratelli ha affermato di essere preoccupato per i bambini e che suo fratello ha rovinato la vita di tutti.
“Ci ha rovinato la vita. Lui è la vergogna della nostra famiglia“. Sarebbero state queste le parole pronunciate da uno dei fratelli di Luigi Leonetti, il 52enne assassino reo confesso della moglie, la 42enne Vincenza Angrisano.
Il delitto si è compiuto nel pomeriggio di martedì, nella casa a pochi chilometri da Andria in cui la coppia viveva insieme ai due bambini di 6 e 8 anni, avuti durante il matrimonio durato 14 anni.
Stando a quanto emerge, sembra che Leonetti, al culmine dell’ennesima lite domestica, abbia impugnato un coltello da cucina e abbia colpito diverse volte la moglie al torace e all’addome, fino a procurarle il decesso.
Subito dopo lo stesso Leonetti ha contattato il 118 e i Carabinieri, raccontando con parole farfugliate ciò che era successo e chiedendo il loro intervento.
Avrebbe chiamato anche il fratello, come racconta quest’ultimo: “Mi ha telefonato ma non ho risposto perché stavo lavorando. Chissà se l’aveva già uccisa“.
Cordoglio per la morte di Vincenza Angrisano
Innumerevoli intanto i messaggi di cordoglio per Vincenza. Uno particolarmente sentito, forte, straziante, è arrivato dalla sindaca di Andria, Giovanna Bruno.
La prima cittadina ha raccontando che solo qualche giorno fa, durante una manifestazione, erano stati letti i nomi di tutte le donne vittime di femminicidio in Italia nel 2023. Una lista in cui nessuno poteva immaginare che presto ci sarebbe finito anche il nome di Vincenza.
Giovanna Bruno ha definito quanto fatto da Leonetti “una balorda e folle violenza, una inaudita e irreversibile sopraffazione in nome di niente. Non certo dell’amore, del rispetto, no“.
Non c’è giustificazione alcuna, non ci potrebbe mai essere: solo forte condanna per questo abominevole orrore. Non cerchiamola, non cercatela. Solo condanna. A nome mio personale e di tutta la città di Andria, sconvolta e incredula, ferita e attonita, esprimo profondo, immane dolore, stringendo al petto, al mio petto di mamma, quelle fragili, impotenti creature, da quest’oggi orfane della loro mamma.