Vittima di un grave incidente stradale dopo la notte a lavoro, Sara Viva Sorge è morta a 26 anni
Tragedia in provincia di Brindisi, Sara Viva Sorge è morta a 26 anni mentre tornava a casa dopo il turno di notte nella clinica
Si chiamava Sara Viva Sorge ed è purtroppo l’ennesima vittima di un incidente stradale avvenuto nella mattinata di martedì 15 febbraio. Aveva finito da poco il suo turno di notte e stava tornando a casa, ma ha sbandato con la sua auto ed è andata a scontrarsi contro un palo.
Un episodio terribile che ha scosso migliaia di persone. In queste ore sono tanti i messaggi di cordoglio pubblicati sui social.
Secondo le informazioni rese note dai media locali, la tragedia si è consumata intorno alle 6.30 del mattino, di martedì 15 febbraio. Precisamente sulla strada provinciale 30, a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi.
Sara lavorava da circa 20 giorni come infermiera alla clinica riabilitativa della Fondazione San Raffaele. Era felice di aver trovato questo lavoro e nella mattina in cui è avvenuto il dramma, aveva appena finito il suo turno di notte.
Stava tornando a casa, quando probabilmente a causa dell’asfalto bagnato, ha perso il controllo della sua Renault Twingo. È proprio a quel punto che è uscita fuori strada e, alla fine, è finita contro il palo per l’illuminazione.
L’impatto è stato molto violento. Infatti i sanitari intervenuti non hanno potuto far nulla per salvarla. All’arrivo sul posto, hanno potuto solo constatare il suo decesso. Sara avrebbe compiuto 27 anni tra pochi giorni.
Il messaggio dei sindacati per la morte di Sara Viva Sorge
La tragica ed improvvisa scomparsa di questa ragazza così giovane, ha scosso migliaia di persone. Gli stessi sindacati hanno voluto portare di nuovo alla luce il tragico fenomeno delle morti sul lavoro. Sui social hanno scritto:
Lavorava da 20 giorni alla fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica ed è morta per un incidente in itinere, mentre lasciava il lavoro ed aveva fatto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo.
Questa volta non si è trattato di un infortunio in un cantiere o dentro una fabbrica. Non per questo è meno drammatico e meno grave e non solleva dalla comunità alcuni interrogativi su una lavoratrice assunta da poco tempo subito gettata nel mezzo di una situazione lavorativa complicata.