Vittorio Sgarbi ricorda Berlusconi e lo definisce un eroe della resistenza alla Magistratura
Oltre all'amicizia che l'ha legato a Silvio Berlusconi, Vittorio Sgarbi ricorda le persecuzioni che secondo lui il Cavaliere ha subito
Innumerevoli i personaggi della politica, della televisione e dello sport che da ieri stanno riempiendo i social e i giornali con i loro messaggi di cordoglio, stima e affetto per la scomparsa di Silvio Berlusconi. Uno dei più colpiti dalla notizia è senza dubbio stato Vittorio Sgarbi.
Nel bene e nel male, quello che Silvio Berlusconi lascia nel mondo è un segno indelebile. Lui è senza dubbio stato uno dei personaggi televisivi, sportivi e soprattutto politici più influenti e importanti degli ultimi decenni e in molti, oggi, gliene stanno rendendo merito pubblicamente.
Uno dei più attivi in queste ore in tal senso è senza dubbio Vittorio Sgarbi.
Il critico e storico d’arte, oltre che personaggio televisivo e politico, non ha mai nascosto la sua affinità a Berlusconi come idee politiche e il bene che gli voleva anche come amico.
Oltre a dirsi immensamente dispiaciuto per la sua morte, Sgarbi ha in diverse sedi anche ricordato tanti momenti di vita privata vissuta insieme.
Per Vittorio Sgarbi, Berlusconi era un perseguitato
La linea di pensiero di Vittorio Sgarbi su Berlusconi è molto chiara. Per lui Il Cavaliere è stato uno dei più perseguitati dalla magistratura, che nonostante tutto ha tentato fino alla fine di ribellarsi e resistere.
Sui social lo definisce infatti un eroe della resistenza alla magistratura e scrive che la storia gli renderà giustizia di tutte le persecuzioni subite dalla stessa.
È stato il garante della democrazia in Italia in un momento difficile, in cui l’azione giudiziaria di stava configurando come una dittatura che ha cancellato letteralmente i partiti.
Poi ha scritto: “Tra il ’92 e il ’93 i partiti, non i colpevoli di reati, sono stati incriminati, e sono spariti. La magistratura ha stretto un patto con la sinistra che l’ha rappresentata. Berlusconi ha fatto la resistenza. Grazie a lui dalla Repubblica dei partiti si è evitata la dittatura, stabilendo il bipolarismo sul quale oggi si è stabilizzata la nostra democrazia. Non gli è stato perdonato“.
“Ed è iniziata subito una aggressione giudiziaria senza precedenti e senza fondamento. Le inchieste contro di lui erano tutte inchieste politiche fino a quella infame e subdola che ha investito il suo privato per screditarlo politicamente. Un’azione così scandalosa che dura anche oltre la sua morte, anche se Berlusconi è morto innocente. Ma sempre sotto inchiesta. Intollerabile“.