La famiglia di Willy Monteiro dà una lezione di vita a tutti: “Abbiamo già perdonato gli assassini, non vendetta, ma giustizia”
Willy Monteiro non potrà tornare indietro e la famiglia lo sa bene, ma loro hanno già perdonato gli assassini, cercano giustizia non vendetta
Aveva tanti parenti, il povero Willy Monteiro, massacrato di botte la settimana scorsa. Ieri si è tenuta la cerimonia per dare l’ultimo saluto al ragazzo. Una famiglia numerosa, composta da zii, i cugini, e tutti coloro che gli volevano bene.
E proprio la famiglia, ancora una volta, dà una lezione di vita a chi ha commesso quell’atroce gesto. La violenza non si combatte con la violenza, e lo sanno bene i membri della famiglia Monteiro.
Il padre, dopo la cerimonia, non riusciva a parlare e ha allontanato i giornalisti chiedendo “scusa”, quel che è riuscito ad esprimere poco più tardi all’ambasciatore di Capo Verde dimostra da chi WIlly Monteiro aveva preso quel suo cuore grande:
“È bello vedere quanta gente voleva bene al nostro Willy. Mi dà conforto sapere che mio figlio non è morto invano, ma nel tentativo di aiutare un amico, di salvare una vita” spiega Armando.
Chi si ferma a parlare con i giornalisti è Maria, una zia di Willy. Che pacatamente e con estrema riservatezza spiega: “Vogliamo solo giustizia non vendetta. I figli degli altri non si toccano, ma noi siamo molto cattolici. Abbiamo già perdonato.”
Non è infastidita dai giornalisti, sa che il gesto di Willy non deve essere dimenticato. E li avvicina, dicendogli: “Poi vi porto anche un caffè, vi farei entrare, ma oggi è un giorno particolare“.
Dalla Svizzera, dalla Francia e dal Portogallo si sono riuniti tutti e hanno ricordato gli anni passati insieme a Willy. I cugini, a cui era molto legato, erano tutti presenti. “Da piccoli andavamo in campeggio insieme; poi noi ci siamo trasferiti, ci vedevamo meno, ma gli volevo tanto bene.”
Il marito di una delle zie di Willy ha poi raccontato cosa vuol dire entrare nella famiglia Monteiro: “Da quando sono entrato in questa famiglia ho imparato cosa vuol dire unità, condivisione, sostegno reciproco. Quando Willy e mia figlia erano piccoli passavamo spesso le estati insieme”.
Restano intanto in carcere i fratelli Bianchi e Mario Pincarelli. Gli assassini, dalla cella, hanno richiesto che venga prolungato l’isolamento perché temono ripercussioni da parte degli altri detenuti.