Omicidio di Colleferro, la sorella minore di Willy racconta cos’è successo in casa quella drammatica notte
Rompe il silenzio la sorellina del povero Willy Monteiro, ucciso di botte lo scorso sabato sera: aveva delle sensazioni quella notte
A volte, il legame tra fratello e sorella è molto più forte di quel che sembra. Testimonianza di questo sono le parole della sorella minore del povero Willy Monteiro, uccido di botte lo scorso sabato sera. La ragazza, di soli 19 anni, ha deciso di rompere il silenzio e raccontare le sensazioni provate quella drammatica notte
I due erano molto legati e lei conosceva bene suo fratello: era un ragazzo puntuale e molto responsabile. Il giorno dopo doveva lavorare e proprio questo ha fatto scattare il campanello di allarme. Willy lavorava come cuoco e il giorno dopo sarebbe dovuto andare ad Artena e lui “non sgarrava quasi mai”.
Milena, così si chiama la giovane, ha provato a chiamarlo quella notte, perché come lei racconta si girava nel letto e non riusciva a dormire. Ma a quella chiamata Willy Monteiro non potè rispondere perché molto probabilmente era agonizzante a terra.
Willy era un ragazzo preciso. Quando usciva, tornava sempre per le due e mezza al massimo. Sabato mi sono accorta che a quell’ora non era ancora rientrato. Non era nel suo letto e mi sono cominciata ad agitare. Non so neanche io perché.
Quel giorno era uscito da lavoro, e come ogni ragazzo della sua età voleva solo staccare un po’ la spina e divertirsi con gli amici. Milena racconta che per lui era routine: “come faceva sempre. Si è fatto la doccia, si è cambiato e poi è uscito con gli amici, ragazzi di qui, di Paliano, che conosce da una vita. Saranno state le undici e mezza, m’è passato vicino e mi ha dato un bacetto, lo faceva sempre. Ed è andato via”.
Proprio quell’ultimo bacetto è il ricordo che Milena conserverà sempre di suo fratello. La giovane è stata la prima ad avvertire i genitori e ha deciso di andarlo a cercare. La famiglia è arrivato però troppo tardi.
Era comunque sabato e ci stava che tardasse. Anche se, dovendosi alzare la mattina per andare a lavorare, non sgarrava quasi mai. Ho resistito un po’ rigirandomi nel letto e poi sono andata dai miei genitori e lo abbiamo chiamato. Credo che saranno state le tre. Il telefono squillava, Willy non rispondeva.
Al funerale del ragazzo parteciperò anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.