A Torino sperimentata con successo la Doll Therapy
Ecco come funziona!
Avete mai sentito parlare della Doll Therapy? La terapia della bambola è un trattamento di tipo farmacologico che di solito viene utilizzato nei pazienti anziani per poter intervenire in caso di disturbi comportamentali in tutte quelle persone che sono affette da demenza. La Doll Therapy è da pochissimo sbarcata anche in Italia: a Torino, presso l’ospedale Molinette, è stato avviato un percorso di trattamento che sfrutta i benefici del prendersi cura di una bambola, in tutti quei pazienti ospitati nel reparto di geriatria.
La Doll Therapy si può utilizzare sia a livello preventivo che in fase di cura, per dare un supporto ai pazienti affetti da demenza che potranno registrare numerosi miglioramenti grazie ai tanti benefici id un trattamento non invasivo e che si è dimostrato molto efficace, come sottolineato dalla Città della Salute.
“Vari studi hanno dimostrato che la terapia può essere utilizzata sia con persone che hanno problemi del comportamento, che in situazioni di ansia, agitazione o al contrario depressione ed apatia, per incentivare la relazione e per contenere gli sbalzi d’umore“.
Il comunicato che annuncia l’introduzione di questa nuova terapia aggiunge poi: “Grazie ad una donazione liberale del Distretto LEO 108sarà possibile attivare la terapia anche nei pazienti dementi ricoverati presso il reparto di Geriatria diretto dal professor Giancarlo Isaia. Il Distretto LEO ha accolto favorevolmente il progetto sulla Doll therapy in pazienti acuti, presentato dalla ricercatrice Patrizia D’Amelio, e donerà 6 bambole Empathy Dolls al reparto“.
La Doll Therapy viene usata in particolare nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer. Una percentuale variabile di queste persone durante la malattia soffre di distress psicologico con sintomi come ansia, depressione, rabbia, paura. La Doll Therapy si inserisce nel ramo degli interventi terapeutici comportamentali.
Tramite l’accudimento di una bambola, che diventa un oggetto simbolico transizionale, si può dare una mano al paziente a trovare una via d’uscita dai malesseri a livello psicologico che sperimenta durante la malattia.