Cellule staminali nei cosmetici, cosa è bene sapere?
Gli esperti rispondono alle domande più comuni.
Cellule staminali nei cosmetici, fanno bene o fanno male? I prodotti antiaging a base di cellule staminali possono aiutarci a combattere le rughe, i radicali liberi e altri problemi legati all’invecchiamento precoce della pelle? A rispondere a tutte le domande che ci potremmo fare di fronte a questi prodotti interviene il professor Leonardo Celleno, dermatologo e Presidente dell’Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia, svelando verità e combattendo i falsi miti legati al mondo della bellezza.
“La normativa di settore vieta l’impiego di cellule staminali umane nei cosmetici. L’interesse, quindi, si è subito spostato sulle cellule staminali vegetali. Presenti nelle piante, contrariamente a quanto avviene nell’uomo e nell’animale sono più versatili ed hanno la possibilità di moltiplicarsi all’infinito, creando costantemente nuove cellule specializzate e non specializzate, in grado di riparare i tessuti danneggiati e riprodurre una pianta identica all’originale, ovvero totipotenti”.
Un recente studio di un team di ricercatori svizzeri ha scoperto che gli estratti delle cellule staminali di una varietà di mela svizzera possono interagire con le cellule della nostra pelle e del follicolo pilifero, per aumentarne la vita e migliorare la capacità rigenerativa. Così il processo di invecchiamento viene rallentato. Gli estratti combattono anche la formazione dei radicali liberi.
Tutto merito delle cellule staminali, cellule primitive da cui hanno origine tutte le altre. “Sono dotate della capacità di moltiplicarsi velocemente e dare origine o a copie di se stesse (autoriproduzione) oppure a cellule specializzate di vari organi o tessuti, come nel mondo animale ad esempio muscolari, epatiche, renali o del sangue”. “Queste, grazie al processo sopra descritto denominato “differenziamento cellulare”, sono dunque in grado di sostituire le “vecchie” (morte o non più funzionali), riparando tessuti o strutture malati o danneggiati”.
Ma quali sono le altre cellule staminali vegetali? Altre ricerche hanno svelato che anche altre piante e frutti, come la stella alpina, l’albero delle farfalle, la fragola, il mirtillo, le bacche di lampone sono ricchi di antiossidanti e proprietà antinfiammatorie. “È opportuno precisare che l’ingrediente cosmetico utilizzato nel prodotto finito, non è la cellula staminale per intero bensì i suoi estratti, concentrati in sostanze come ad esempio vitamine, amminoacidi, lipidi, minerali, da cui si ottengono principi funzionali in grado di “collaborare” direttamente con le altre cellule, di “intervenire” su quei processi fisiologici che con il tempo ne rallentano l’attività”.
Quindi usarle o non usarle? “L’opinione pubblica su questo argomento è divisa: da un lato vi è un forte entusiasmo, dall’altro un altrettanto forte scetticismo, dovuto al fatto che gli effetti straordinari vantati dalle pubblicità non sono supportati da studi scientifici validi e significativi e per questo non reputati attendibili per giustificarne appieno l’efficacia cosmetica.
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo: sicuramente l’impiego di queste sostanze rappresenta un valido aiuto per cercare di mantenere la pelle giovane il più possibile, senza dimenticare però che il cosmetico, come enunciato nella sua definizione, non è un elisir miracoloso, ma uno strumento che può contribuire a mantenere in buono stato la pelle ed i suoi annessi”.