Perché dobbiamo intrecciare i capelli quando siamo tristi
E' un vecchio rimedio della nonna che funziona sempre!
Intrecciare i capelli non serve solo per rendere la nostra testa a posto ed elegante con un’acconciatura che piace a tutte noi e che sfruttiamo in ogni momento della giornata. Intrecciare i capelli è anche un ottimo rimedio per la tristezza. Lo dicevano le nostre nonne, sempre pronte a dispensare tantissimi consigli saggi, e noi oggi possiamo seguire questa dritta. Ecco perché dovremmo intrecciarci i capelli quando siamo tristi.
Le nonne dicevano che quando una donna era triste doveva fare una treccia ai capelli, così da intrappolare il dolore tra i capelli, impedendo che potesse raggiungere il resto del corpo. Non si doveva permettere assolutamente che questa cosa accadesse, per evitare che la tristezza invadesse tutto il suo corpo.
Non bisognava permettere alla tristezza di raggiungere gli occhi, perché li avrebbe fatti piangere. Non si doveva far arrivare la tristezza nella bocca, perché ci avrebbe obbligato a dire cose non vere. Non doveva arrivare alle mani perché avrebbero fatto tostare troppo il caffè o lasciato crudo l’impasto: alla tristezza piace il sapore amaro.
Per questo le nonne da bambine ci dicevano di fare una treccia ai capelli quando eravamo tristi, per intrappolare il dolore nella matassa e lasciarlo andare libero quando il vento del nord soffia forte.
I capelli, secondo le nonne, erano in grado di intrappolare ogni cosa, perché forti come le radici degli alberi e morbidi come la schiuma del sapone. Così la tristezza qui intrappolata non avrebbe impedito alla nostra vita di brillare: intrecciamo la nostra tristezza e non permettiamole di rovinarci la giornata!