Ritrova il benessere interiore con il Rebirthing
Quando il respiro può condurre alla gioia
Già gli antichi greci designavano l’anima con il respiro: anelito, soffio di vita. Respirare è infatti l’atto più naturale, più semplice, più vero e inconsapevole, rivelatore dello stato della nostra salute. Quante volte ci siamo scontrati con stress, paura, preoccupazioni, alterando il ritmo naturale del nostro respiro, intimo segnale delle nostre emozioni?
Il rebirthing si serve proprio del respiro, come strumento, per ritrovare se stessi e mettere da parte i problemi.
Ma cos’è il rebirthing?
Chi la definisce una tecnica, un mezzo, una terapia è semplicemente un metodo di crescita personale che s’ispira ai principi classici della psicologia transpersonale.
Nacque in modo casuale, intorno ai primi anni 70, per opera di un ex consulente finanziario, Leonard Orr, durante un viaggio in India.
Facendo degli esperimenti con il suo respiro, all’interno di una vasca di acqua calda delle terme, si rese conto che un atto così spontaneo poteva generare stati di consapevolezza, un ampliamento della percezione di se, regalare un senso di rinascita.
Il termine Rebirthing non è casuale infatti e vuol dire proprio rinascita, la stessa generata da Orr, all’interno della vasca che, attraverso le pratiche di respirazione, si riappropriava dei ricordi legati alla nascita, con intense reazioni emotive.
Da quell’esperimento ne nacque un vero e proprio insegnamento con varie scuole di pensiero.
Come si pratica?
La tecnica di respiro principale è quella della respirazione circolare, ovvero profonde inspirazioni cui seguono espirazioni lente e rilassate, senza pause intermedie tra inspirazione ed espirazione.
Attraverso l’iperossigenazione del cervello ed il rallentamento delle tensioni muscolari si tende a far emergere emozioni nascoste, represse, che possono essere infine affrontate e superate.
Una crescita interiore che per lo stesso Orr aveva il suo fulcro nel superamento del trauma natale e successivamente nel disappunto dei genitori.
Avere padronanza del proprio respiro e di conseguenza delle proprie emozioni orienta verso l’autoguarigione naturale del corpo.
I benefici
– Attraverso il respiro si entra in contatto, determinando un risveglio della propria intima natura e delle sue qualità più autentiche.
– Si ha una maggiore ossigenazione delle cellule del corpo
– Scioglimento delle tensioni muscolari
– Maggiore consapevolezza dei propri blocchi emotivi
– Superamento dei conflitti
– Atteggiamento positivo verso la vita e verso gli altri
Come si pratica
Tanto per cominciare mettetevi comode, con un professionista del respiro, un rebirther, sdraiate, in un luogo comodo e tranquillo.
Il respiro è profondo, pieno, ininterrotto, circolare per l’appunto, l’aria non viene fatta uscire fuori (come siamo abituati) ma accompagnata dolcemente.
La sensazione più comune è quella di entrare in contatto con una dimensione nuova, in cui si è pervasi da un’energia positiva che scorre all’interno del corpo.
La seduta solitamente dura da 40 a 60 minuti e avviene una volta al mese, agli incontri tradizionali possono essere associate anche le sedute speciali in acqua calda o in acqua fredda.
Attraverso la prima, come per Orr, lo scopo è quello di rivivere momenti della nascita o comunque la prima infanzia, in acqua fredda invece affrontare, con il respiro, le paure più profonde, tra cui anche quella della morte.
Non esistono insegnanti, ma solo operatori del respiro che insegnano a ciascuno l’importanza e la modalità del respiro circolare, da gestire in completa e assoluta autonomia, perché il fine di questo metodo è appunto l’autoguarigione, l’indipendenza, farcela da soli.
Curiosità
Non di rado può capitare, dopo le sedute di rebirthing, di fare significativi sogni, legati proprio ai temi trattati.
Pare che si riscontrino numerosi benefici dopo 9 sedute che, metaforicamente, rappresentano i 9 mesi di gestazione.