Endometriosi, cosa sapere: cause, sintomi e cure
L'endometriosi è una malattia spesso difficilmente diagnosticatile: ecco cosa bisogna sapere su questa patologia e come viene diagnosticata e curata
L’endometriosi è un disturbo che colpisce più donne di quanto si possa pensare. In particolare riguarda la zona del corpo femminile per eccellenza: l’utero. Per capire come funziona questa patologia, per nulla facile da sopportare, bisogna innanzitutto analizzarla passo per passo. Ecco allora cosa bisogna sapere dell’endometriosi: caratteristiche, diagnosi e cura di questo disturbo tutto al femminile.
Che cos’è l’endometriosi e quali sono le cause
L’endometriosi, come sopra accennato, si tratta di un disturbo che in particolar modo colpisce la zona più femminile di tutte: l’utero. Infatti, l’endometrio è una parte dell’utero che si forma durante il ciclo mestruale e che si sfalda con le mestruazioni stesse.
L’endometrio è formato da diversi strati. Quello che viene colpito, quando si tratta di endometriosi, fondamentalmente è il più esterno. Ma cos’è, in pratica, questo disturbo patologico e in cosa consiste? Allora, fondamentalmente si tratta di una migrazione della parete endometriale in altre zone al di fuori dall’utero, dove dovrebbe naturalmente essere posizionato. Questo porta fondamentalmente ad uno spostamento di una parte dell’endometrio che, però, continua a praticare le sue solite attività, anche se al di fuori dell’utero.
Essendo un tessuto che si forma principalmente durante i giorni precedenti le mestruazione, quindi durante il ciclo mestruale, significa che, durante ogni ciclo, si addensa, successivamente si rompe e sanguina, ma in zone che non hanno lo stesso ruolo dell’utero. Questo, in pratica, significa che, durante il periodo delle mestruazioni, il sangue accumulato dallo sfaldamento dell’endometrio non si riverserà all’esterno, come fisiologicamente dovrebbe accadere, ma non troverà un’uscita diretta dall’organismo.
La conclusione è che, quindi, il sangue continuerà ad accumularsi all’interno dell’organismo, provocando non solo degli accumuli, ma anche forte dolore. Di endometriosi ce ne sono di diversi tipi. Principalmente si distinguono in base alla zona nella quale l’endometrio si va a posizionare fuori dall’utero. Quindi, principalmente, i tipi più comuni sono due: endometriosi ovarica e l’endometriosi intestinale.
L’endometriosi ovarica, come si può dedurre dallo stesso nome, prende origine dal posizionamento dello strato dell’endometrio non nell’utero, ma nelle ovaie. In questo caso, si sono riscontrati problemi per quanto riguardano formazioni di cisti ovariche. Queste cisti prendono il nome di cisti endometriosiche o endometriomi. In alcuni casi, inoltre, può dare anche problemi per quanto riguarda la fertilità, ma in realtà non è poi una conseguenza così comune. Viene da sé capire come, durante le mestruazioni, il dolore diventi decisamente lancinante e, in particolare, riguarda la zona pelvica.
Ora, per quanto riguarda le cause possono sostanzialmente essere differenti. Tra le più probabili cause potrebbe esserci la mestruazione retrograda, che si verifica fondamentalmente quando il riversamento del sangue avviene nella cavità addominale. In questo caso, il problema principale risiederebbe nella zona del peritoneo, che è la sacca che racchiude gli organi della zona addominale del corpo. In questo caso, il rischio principale è che le mucose uterine possano unirsi alla parete peritoneale e, addirittura, proliferare in quel punto.
Altri fattori potrebbero essere, per esempio, legati ad altri problemi che non permettono di portare a termine una gravidanza, oppure potrebbero essere fattori genetici, quando nella propria famiglia ci sono anche altre donne che soffrono di questa patologia. Un’altra motivazione standard è da riscontrare, per esempio, quando si hanno mestruazioni più lunghe di otto giorni, che potrebbero recare diversi problemi alla parete uterina, tra cui l’endometriosi. Infine, un’altra problematica potrebbe trovarsi nelle infezioni uterine o in altri problemi fisici che impediscono il regolare flusso mestruale.
Sintomi dell’endometriosi
I sintomi di questa patologia sono di fatto moltissimi, ma questo non aiuta. Principalmente perché si tratta di dolori addominali comuni e generici, che potrebbero tranquillamente far intendere altri tipi di patologie che riguardano la stessa zona dell’endometriosi. Il tutto, quindi, rende i sintomi dell’endometriosi più difficili da individuare.
In particolare e più comune è il dolore alla zona pelvica. Come accorgersi di questo? Oltre al fatto che un dolore del genere, durante le mestruazioni, viene amplificato di moltissimo, si deve tenere conto anche del fatto che è accentuato anche durante degli atti sessuali, per esempio. Infatti, questa problematica rende l’atto sessuale molto sofferto da parte della donna, avendo fortissime fitte durante l’azione, dato che si va a toccare la zona lesa.
Altro campanellino dall’allarme è una mestruazione decisamente più dolorosa del solito e da quelle comuni (dismenorrea). Infatti, queste mestruazioni sono anche legate a forti ed abbondanti perdite di sangue, molto più strane rispetto ad una perdita mestruale normale. Si può quindi dedurre anche che, data proprio questa caratteristica ed importanza del ciclo mestruale nella diagnosi di endometriosi, lo si possa considerare uno dei campanelli dall’allarme principale, che ci dice molto di più sulla salute di quanto si possa immaginare.
Altri sintomi comuni e decisamente più generici di questo possono essere, per esempio: costipazione, mal di schiene a diarrea. Si può ben notare come di fatto siano simili a molti altri sintomi di diverse malattie, collegate o meno all’apparato genitale femminile. Per esempio, gli stessi sintomi si hanno in malattie come l’appendicite, dove ritroviamo dolori addominali e disturbi gastrointestinali oppure, ancora, altre malattie legate all’apparato genitale, come cisti ovariche oppure aderenze.
Un altro sintomi in questo senso potrebbe essere, per esempio, l’infertilità. Sopra è stato accennato come l’infertilità non sia una causa diretta e scontata in una patologia come questa, ma potrebbe essere parte della sintomatologia. L’infertilità è una condizione problematica per moltissime donne, che non riescono di fatto ad accettare la loro posizione. Di conseguenza, un altro sintomo che può definirsi generico, ma che può essere parte della sintomatologia dell’endometriosi, è proprio il disturbo psicologico. Questo può partire da un semplice malessere, fino ad arrivare ad un vero e proprio stato di depressione.
In conclusione a tutta questa lista di problematiche e sintomi che si possono riscontrare, è bene sottolineare che, in casi di problematiche come queste, è bene rivolgersi ad un medico. Proprio da questo momento, infatti, si parte con il processo di diagnostica, attraverso il quale si potrà arrivare ad una risoluzione definitiva del problema.
La cura per l’endometriosi ovarica o intestinale
Dobbiamo sottolineare che non esiste una cura definitiva, per tenere sotto controllo la malattia purtroppo ci si può affidare solo ai farmaci (pillola anticoncezionale, antidolorifici) o agli interventi chirurgici: queste due strade sono di aiuto per cercare di contenere i dolori e i danni che essa provoca “congelando”, ove possibile, la malattia.
Ci sono quindi due diversi approcci. Come per altre patologie, gli approcci sono uno di tipo farmacologico e uno di tipo chirurgico e vengono utilizzati in diversi casi e in diverse situazioni di gravità della patologia.
L’approccio farmacologico può essere di aiuto a molte donne durante la fase acuta dei dolori, gli antidolorifici infatti possono momentaneamente calmare i dolori acuti dando un po’ di sollievo. Tuttavia, questa tipologia di farmaci (che può essere acquistata anche senza prescrizione medica) deve essere necessariamente accostata alla cura a base di ormoni come la pillola anticoncezionale che dovrà essere necessariamente prescritta dal ginecologo in base alla situazione della singola persona.
Come accade in tantissime altre patologie, la cura principale si basa su un supplemento di tipo ormonale. È il caso, per esempio, dell’ipotiroidismo o dell’ipertiroidismo. In ogni caso, gli ormoni aggiuntivi riescono, in moltissime situazioni, a ridurre o addirittura ad eliminare totalmente il dolore. Questo perché principalmente queste cure si basano su ormoni inibitori che riescono a rallentare la caduta degli altri ormoni durante le mestruazioni, riducendo così anche il conseguente addensamento a livello endometriale. Non si tratta, tuttavia, di una soluzione permanente. Infatti, potrebbe esserci molto facilmente una recidiva, per esempio dopo l’interruzione del trattamento.
In questo caso subentra l’altra tipologia di trattamento, quello chirurgico. In questo casi si va ad eliminare chirurgicamente l’addensamento di sangue e di endometrio fuori dall’utero che crea dolore. In passato, si pensava che l’unica vera cura a questo problema fosse una gravidanza, la quale poteva reinserire l’endometrio nella sua posizione corretta. Ad oggi però è confermato che questa teoria non è valida. Recenti studi hanno dimostrato come, nonostante le gravidanze, la malattia continui a persistere, anche e soprattutto dopo il parto.
Rimedi naturali all’endometriosi
Secondo quanto detto da alcune donne affette da endometriosi, potrebbero esserci anche dei rimedi naturali a questa patologia. Ovviamente sono dei semplici aiuti che possono, a volte, alleviare un po’ di dolore. Si sta parlando di terapie non convenzionali e non riconosciute dalla medicina moderna, le quali sembrano, ad alcune pazienti, aver dato risultati positivi.
Tra queste, la più conosciuta ed apprezzata sembra essere l’agopuntura. Ovviamente, quando si parla di queste terapie alternative non si può pensare a casi di endometriosi avanzati, perché in questi casi, alcune volte, sono inutili anche le terapie farmacologiche. Ovviamente, se si intende attuare terapie di questo genere bisogna sempre consultare in modo tempestivo il proprio medico.
L’alimentazione per chi soffre di endometriosi
Come capita in moltissimi casi, l’alimentazione è un tassello importantissimo. Infatti, come spesso accade, tutto parte della tavola. In questo caso, una dieta giusta potrebbe giocare un ruolo molto importante nella prevenzione e cura della patologia.
Il primo motivo per quanto riguarda l’alimentazioni in questo caso è evitare l’innalzamento del livello dello zucchero nel sangue, ossia della glicemia, la quale rappresenta un forte fattore causante un’infiammazione. Quindi, in questo caso sarebbe meglio evitare gli zuccheri semplici e, sebbene sembra strano, si dovrebbero preferire alimenti come pane e pasta raffinati a quelli integrali, decisamente più carichi di zuccheri.
Altra molecola da dover incrementare dall’organismo è l’omega 3. L’omega 3 è una molecola dalle ottime proprietà antinfiammatorie, che aiutano tantissimo nell’alleviare il dolore causato da questa patologia. Questa molecola si trova principalmente nel pesce grasso di mare e nella frutta a guscio. In maniera cospicua, nei legumi e, in particolare, nella soia si possono trovare anche i fitoestrogeni, che sono degli ottimi conduttori che mirano a mitigare l’azione degli estrogeni circolanti nell’organismo femminile.
Da evitare, insieme agli zuccheri, sono anche i prodotti caseari. Si parla quindi di latte e derivati, i quali contengono elevate quantità di estrogeni, che devono essere limitati in questa situazione. Affianco a questi anche carne rossa e i grassi idrogenati, presenti principalmente nei biscotti, merendine, grissini, fette biscottate, patatine e simili.
Effetti benefici, invece, li hanno i lipidi come l’olio extravergine di oliva, straricco di Vitamina E ed anche l’olio di semi di lino, che invece contiene acidi grassi essenziali “buoni”, entrambi dotati di benefici di caratteri antinfiammatori.
Quali sono le conseguenze per chi vuole rimanere incinta
Come detto in precedenza, una delle conseguenze che può insorgere da questa patologia è fondamentalmente una problematica di infertilità. Di fatto, un terzo delle donne che soffrono di questa patologia hanno diverse difficoltà di rimanere incinta.
Il problema anatomico che potrebbe insorgere è questo: l’endometriosi si potrebbe andare ad accumulare all’interno delle tube di Falloppio, nelle quali si deve di fatto instaurare lo zigote, formato dopo la fecondazione, proprio in questa zona, della cellula uovo. In altri casi, potrebbe causare danni agli stessi spermatozoi e ovuli, rendendo più compromessa la possibilità di rimanere incinta.
Nonostante questo, donne con una lieve endometriosi potrebbero tranquillamente portare a termine una gravidanza. In ogni caso, per chi soffre di questa patologia, è consigliato non tardarsi ad avere figli. Questo perché la malattia, con il tempo, ha più probabilità di peggiorare, andando a compromettere la possibilità di avere figli che già sono ridotte in partenza.
Endometriosi durante la menopausa
Questa patologia, in principio, colpisce donne che si trovano in uno stato fisico di fertilità. Questo, ovviamente, è consequenziale alla possibilità di andare incontro al ciclo mestruale. Quindi, la domanda è se sia possibile soffrirne anche in uno stato di menopausa.
Per menopausa si intende il periodo successivo al termine dell’età fertile. In questo caso si intende praticamente quando l’organismo non va più incontro al cicli mestruale e alle mestruazioni stesse. Può accadere che, in casi eccezionali, si possa incorrere in qualche problematica iniziale, subito all’inizio del periodo di menopausa.
Generalmente la menopausa non rappresenta per una donna un periodo molto bello e gioioso, anche solo per il fattore psicologico: infatti, rappresenta il passaggio dall’età giovanile a quella più matura. In questo caso, però, si parla di un evento positivo. Infatti, con l’arrivo della menopausa gli effetti dell’endometriosi tendono a svanire, non essendoci appunto il processo di ispessimento.
In realtà, il rischio di insorgenza di endometriosi inizia a diminuire già dopo i 40 anni. Questo perché, dopo questa soglia di età, l’ispessimento del tessuto endometriale tende a diminuire e viene rallentata la crescita.