Nei, prevenzione e controllo: come tenere la pelle sott’occhio
La prevenzione dei nei è un elemento importantissimo per garantire una corretta salute sia attuale, ma soprattutto a lungo termine: ecco come fare
La prevenzione dei nei è una delle visite più ricorrenti e necessarie che bisogna fare ripetutamente. La sua importanza, in alcune occasioni, risulta più che cruciale. Infatti, la prevenzione è essenziale per prendere nel modo più vantaggioso possibile una malattia e evitare qualsiasi tipo di aggravamento di questa. Ecco perché qui verranno riportate tutte le modalità nelle quali si possono prevenire le complicanze dovute alle degenerazioni dei nei.
Mappatura dei nei
La mappatura dei nei è l’esame per eccellenza quando si tratta di prevenzione delle malattie cutanee e dermatologiche. Ma cosa si cerca di prevenire con la mappatura dei nei? Precisamente, si tratta di un tumore della cute, una degenerazione del normale nei, che si cerca di arginare il più velocemente possibile. Questo perché, come ogni tumore, anche questo ha bisogno di un attacco immediato.
Il tumore della pelle ha un nome preciso: si chiama melanoma. Di melanomi ce ne sono diversi tipi e si distinguono anche in base alla gravità. Si tratta fondamentalmente della degenerazione di melanociti, cellule che compongono la pelle. I melanociti, insieme ai cheratinociti, fanno parte dell’epidermide, che è lo strato più esterno del derma, ossia del tessuto cutaneo. Il loro compito è quello di produrre melanina, un pigmento che protegge dai raggi solari e dalle problematiche ad essi collegati. Insomma, lo stesso che crea quella che comunemente tutti chiamano abbronzatura. In condizioni normali, i melanociti danno luogo ad agglomerati di pelle scuri chiamati nei.
Il melanoma può generarsi sia da nei preesistenti, presenti fin dalla nascita, oppure anche su una cute integra. Ne esistono di quattro tipi: melanoma a diffusione superficiale, lentigo maligna melanoma, melanoma lentigginoso acrale e melanoma nodulare. L’ultimo è il più aggressivo e, a differenza dei primi tre, invade il tessuto in profondità sin dalle sue prime fasi, non sviluppandosi prima in superficie.
Tornando alla mappatura dei nei, si tratta principalmente di una valutazione della cute del paziente, attuata dal dermatologo. Si tratta dell’ispezione dell’intera superficie cutanea che va alla ricerca di neoformazioni neviche, tenendo anche sotto controllo macchie che presentano conformazioni sospette. Si avvale di tecnologie non invasive e indolori come l’esame dermatoscopico e la videodermatoscopia.
Per quanto riguarda il primo, si tratta di un esame che permette di mettere sotto analisi l’intera zona cutanea attraverso un massiccio ingrandimento, in grado di ampliare la capacità di analisi del dermatologo. Consente di vedere strutture poste subito al di sotto dell’epidermide che, ad occhio nudo, non sarebbero visibili. Il medico specialista in questo modo può valutare ogni lesione visibile e può, in questo modo, catalogarla e analizzarla come si deve, in modo da decretare se questa è dannosa per l’organismo o meno. Una fase importante è la valutazione e il confronto di nuove formazioni con quelle già preesistenti.
La videodermatoscopia, invece, prevede l’utilizzo di una videocamera a fibre ottiche collegata ad un computer che dona una visione ad altissima qualità della zona che si sta visitando. Inoltre, si può anche salvare la fotografia o il video di una determinata lesione che si deve guardare meglio per decretare la sua pericolosità o innocenza. Il dermatologo, in questo caso, può esaminare con estrema accuratezza il tessuto pigmentario, la distribuzione della melanina ed anche la vascolarizzazione della macchia.
Il tutto, generalmente, dura all’incirca 30 minuti. La metodica di esecuzione è la seguente:
- Il paziente viene fatto spogliare e sdraiare sul lettino ambulatoriale;
- Il dermatologo inizierà un esame prima dei nei già esistenti e, magari, messi sotto osservazione da visite precedenti;
- Si analizzano accuratamente soprattutto delle neo formazioni, potenzialmente pericolose;
- Al termine della visita si darà al paziente un referto da condividere con il proprio medico di medicina generale.
Nonostante non ci siano delle accortezze precise, si consiglia principalmente di prendere alcune piccole accortezze prima di arrivare alla visita:
- Evitare di truccarsi il volto, se possibile sfoltire la barba ed i baffi per migliorare la visuale, rimuovere lo smalto alle unghie e non indossare gioielli ed orologi;
- Segnalare al medico eventuali macchie o segni nelle zone genitali, per essere sicuri che vengano controllate correttamente;
- Se possibile, evitare di prendere il sole o abbronzarsi prima del controllo. Questo perché, con la luce del sole, si manifestano segni di foto attivazione che potrebbero compromettere l’esame.
Importantissimo, oltre a queste accortezze, è ricordare di portare con sé altre documentazioni di visite dermatologiche precedenti, così da permettere al medico di partire da una base e non completamente da zero. La frequenza con cui sottoporsi alla mappatura dei nei varia anche in base alla valutazione dello specialista. Se non ci sono particolari complicanze, in linea generale è prevista ogni 2/3 anni. Nel caso in cui ci sono dei fattori di rischio, si consiglia una volta ogni anno.
Regola ABCDE per il controllo dei nei
I nei, come è stato detto, possono degenerare fino a diventare dei veri e propri tumori. Per questo motivo, bisogna essere capaci di riconoscere quando un neo, di fatto, sta manifestando delle caratteristiche particolari che potrebbero andare ad indicare una qualsivoglia degenerazione. Per fare ciò, è stata diffusa la regola ABCDE: un modo veloce e concreto per vedere se il neo presenta qualche elemento che può essere pericoloso.
Ad ogni lettera che forma il nome della regola corrisponde una caratteristica ben precisa da tenere sotto controllo. Ecco in cosa consiste la regola:
- A sta per asimmetria della lesione cutanea: la maggior parte dei nei innocui sono rotondi, mentre i melanomi hanno forme asimmetriche, essendo di fatto dei tumori maligni;
- B sta per bordi irregolari: solitamente, nei melanomi i bordi sono irregolari o squamosi, a mo di cartina geografica;
- C sta per colore: generalmente, bisogna fare attenzione che il colore non sia marrone scuro, nero o di più tonalità;
- D sta per dimensione: se ha un diametro più grande di 6 millimetri e tende ad aumentare nel tempo, c’è qualche problema;
- E sta per evoluzione: ossia bisogna tenere sott’occhio le varie caratteristiche che insorgono con il tempo.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto, le caratteristiche sono generalmente le dimensione, il colore, la forma e la superficie del neo. Bisogna inoltre ricordare che il sanguinamento spontaneo e il prurito sono di fatto sintomi tardivi, quindi appartenenti a melanomi ormai avanzati, perciò se il sanguinamento è a causa di un urto e i prurito per una lesione, non bisogna allarmarsi più di tanto.
Con la condivisione di questa regola si intende specificare come non sia necessario allarmarsi ogni qualvolta si noti un neo in più, non tutti sono pericolosi per l’organismo. Avendo occhio per queste semplici accortezze, si può stare tranquilli e iniziare a preoccuparsi solo quando un canone tra questi non quadra.
Prevenzione dei melanomi
Come detto in precedenza, l’importanza della mappatura dei nei e della regola ABCDE sta soprattutto nel fatto che, seguendo delle semplici accortezze, si possono eliminare rischi di complicanze molto più ampie. Queste sono principalmente legate ai problemi che possono causare i melanomi, che non sono mai da prendere sotto gambe, poiché sono di fatto potenzialmente molto pericolosi.
Partiamo con il dire che il melanoma è di per sé già molto diffuso. Colpisce principalmente in età compresa tra i 45 e i 50 anni, età che, negli anni, si è notevolmente abbassate. Dai dati statistici rilevati dalla AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), nel 2017 i casi sono aumentati di 7300 per ogni annata e, di questi 7300, 6700 sono donne. Pare, inoltre, che l’incidenza è in continua ascesa e che, di fatto, sia raddoppiata rispetto ai 10 anni precedenti. Inoltre, bisogna sottolineare che i melanomi rappresentano solo il 5% dei tumori della pelle.
Per capire bene come prevenire sotto tutti i punti di vista un melanoma, bisogna innanzitutto capire quali sono i fattori di rischio che incrementano la possibilità di sviluppare un tumore della pelle. Innanzitutto, bisogna partire dalla causa che statisticamente è tra le principali: esposizione eccessiva alla luce ultravioletta. Questa particolare tipologia di luce, arriva a noi attraverso raggi UVA e UVB, sfruttando i raggi del sole stesso. Esporsi troppo al sole, quindi, potrebbe essere un pericolo.
Questo perché i raggi sopra nominati potrebbero andare a rovinare il DNA delle cellule della pelle, melanociti, e innescare la formazione tumorale. Tra i fattori di rischio, per lo stesso motivo sopra citato, ricorre anche l’abuso di lampade e lettini solari. Infatti, anche quest’ultimo sono sorgenti di raggi ultravioletti.
Oltre all’esposizione solare, altra causa scatenante di tumori della pelle potrebbe essere l’insufficienza del sistema immunitario. Questa può essere scatenata da altre patologie oppure, anche, da chemioterapie precedenti o anche da trapianti. Altro fattore potrebbe essere la presenta di malattie ereditarie, come lo xeroderma pigmentoso, nel quale il DNA non riesce a riparare i danni causati dalle radiazioni.
Inoltre, ci sono ovviamente predisposizioni naturali, come la presenza di numerose lentiggini, nei, oppure anche la pelle chiara o danneggiata da precedenti tumori. Insomma, la conclusione è certamente che bisogna stare molto attenti quando si tratta di tumori della pelle, visto e considerato che sono diversi i fattori da tenere necessariamente sotto controllo.
Sicuramente, oltre alla mappatura dei nei, altre forme di prevenzione per quanto riguarda i tumori della pelle, possono essere il cercare di non stare troppo tempo sotto i raggi solari fin dall’età infantile. In particolare, bisogna evitare di esporsi in maniera troppo estesa al sole delle ore più calde del giorno, soprattutto in estate. Sotto il sole, in questo senso, è consigliabile indossare cappellini e occhiali da soli, ma anche e soprattutto creme protettive adeguate al proprio tipo di belle, in base anche alla propria sensibilità ai raggi solari.
Queste accortezze vanno avute specialmente nei bambini, più soggetti alle scottature e all’alterazione delle cellule della pelle. Infatti, è provato che una parte dei melanomi che insorgono in età adulta, sono reminiscenze di mutazioni avvenute in età pediatrica.
I melanomi, infatti, hanno un processo di evoluzione molto lento. L’avanzamento di un melanoma si può classificare in quattro stadi, dal I al IV, mentre lo stadio 0 indica un melanoma in situ, ossia solo nella parte superiore e superficiale della pelle. Nella suddivisione degli stadi del melanoma, si ricorre al sistema TNM.
Questo sistema TNM tiene conto di diverse caratteristiche del tumore, come: la velocità di riproduzione cellulare, la presenza di ulcerazioni (T), il coinvolgimento di linfonodi (N) e la presenza di eventuali metastasi (M). Per quanto riguarda la prognosi, può peggiorare in particolar modo in base anche allo spessore e alla grandezza dei melanomi: una prognosi positiva parte da un melanoma di circa 1 mm e peggiora all’aumentare della grandezza.
Come si cura un melanoma
Nel momento in cui la prevenzione non sia stata efficace oppure le problematiche siano insorte in modo anomalo, tale da non poter essere evidenziate prematuramente, si deve pensare ad una terapia d’attacco che possa riuscire a curare il problema insorto. In questo caso, stiamo parlando di terapie per combattere un tumore, che di per sé sono abbastanza complesse e diverse.
La prima scelta, come spesso accade, ricade proprio sulla chirurgia. Questo perché un approccio chirurgico, in casi fortunati, riesce a sradicare la malattia in fase iniziale. L’entità dell’intervento dipende principalmente dallo stadio del melanoma e, in base a questo, può variare. Infatti, se il melanoma è molto esteso, si può pensare di asportare l’intero tessuto circostante, quindi anche una parte di tessuto sano, in modo da essere certi. Dopo l’asportazione, viene analizzato il tessuto circostante in microscopio, in modo da identificare eventuali cellule cancerogene anche i un tessuto che dovrebbe essere sano.
Se si trovano cellule tumorali, si deve procedere con l’asportazione di altro tessuto. In alcuni casi, si asportano anche i linfonodi sentinella, ossia i linfonodi che per primi ricevono linfa dal tumore. Se anche questi contengono cellule tumorali, vengono asportati anche tutti quelli circostanti. Questo processo può esser utile anche per eliminare eventuali metastasi.
Negli ultimi anni, inoltre, si è ampiamente sviluppato l’utilizzo di immunoterapie e della terapia a bersaglio molecolare. Queste modalità di attacco hanno ridotto l’utilizzo di chemioterapia e hanno anche aperto nuove prospettive di cura. Nell’ambito clinico, il trattamento varia principalmente in base all’estensione del tumore, della necessità o meno di un approccio immediato, dalla possibilità di ottenere risposte durevoli nel tempo e dalla presenza di eventuali ulteriori malattie.
C’è infine la radioterapia, che viene utilizzata principalmente in caso di metastasi ossee oppure celebrali, come integrazione ad altri trattamenti, oppure come metodo palliativo per i sintomi.
L’importanza della prevenzione
Come si è dedotto da tutto l’articolo, la prevenzione gioca un ruolo fondamentale e, molte volte, decisivo nell’affrontare una patologia. Infatti, non si parla di prevenzione solo in caso di melanomi, ma anche in tutte le altre tipologie di malattie che si possono tenere sotto controllo o, per l’appunto, prevenire con esami specifici come la mappatura dei nei.