Smettere di fumare con la sigaretta elettronica?
Fumare senza fumo e senza tabacco: per i tanti con il vizio la sigaretta elettronica è arrivata come una svolta. E la sua popolarità è in rapida crescita. Ma non ci sono prove che non faccia male
Ho sempre pensato che la sigaretta elettronica fosse l’ennesima invenzione “fuori di testa” e di sicuro fallimentare nella lotta contro il fumo. Ti spiego il perché. Non esiste alcuna prova scientifica: la sigaretta elettronica non aiuta a smettere di fumare o quantomeno, non è stato ancora dimostrato.
Invece di aiutare a smettere, incentiva a fumare
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la bionda elettronica saboterebbe le strategia messe in atto dalla stessa organizzazione nella lotta contro il fumo.
In passato sono state pubblicizzate come sistema indolore per dimenticare una volta e per sempre il pacchetto tradizionale: le farmacie, infatti, ne avevano pieni gli scaffali e la Ryanair le commercializzava durante il volo.
Nell’ultima conferenza sul controllo del tabacco (Cclat) in Uruguay, l’OMS ha definito la sigaretta elettronica una stupida e inutile moda che sta prendendo piede in tutto il mondo, soprattutto in quei paesi dove il fumo, negli ambienti pubblici, è vietato: si fuma al bar, al cinema, in discoteca e al supermercato. Ovunque.
Insomma nulla di promettente!
La mia esperienza trasversale
Un mesetto fa un amico del mio ragazzo, Alessio, ha acquistato il famoso pacchetto elettronico. E io, per non partire prevenuta (come al solito!) su un argomento fino ad oggi sconosciuto, ho deciso di documentarmi e approfondire di più il mio studio per fornirti qualche dato (spero!) interessante.
Parti dal presupposto che lo scopo per cui è stata creata la sigaretta elettronica non è quello di far smettere di fumare, ma semplicemente fornire un’alternativa meno dannosa alla “bionda tradizionale”. Almeno ad oggi è questo quello che i produttori sostengono.
Sigaretta tradizionale vs sigaretta elettronica
Ciò che rende la sigaretta cancerogena è la combustione del tabacco unito ad altre sostanze, sia cancerogene (idrocarburi armatici policiclici, nitrosamine, benzopropilene e benzoantracene), sia irritanti (acido cianidrico, acetaldeide, formaldeide, ammoniaca).
La combustione porta alla formazione di catrame e di monossido di carbonio e questo determina minore ossigenazione del sangue, invecchiamento precoce, ingiallimento dei denti e delle unghie e infiammazione cronica dell’apparato respiratorio. Per non parlare del cancro ai polmoni e alle corde vocali.
La dipendenza nasce invece dalla nicotina, ingrediente cardine della “paglia” e che ritroviamo anche nella bionda elettronica.
La sigaretta elettronica somiglia moltissimo ad una sigaretta tradizionale con la fondamentale differenza che la nicotina che inali è trasportata dal vapore invece che dal fumo della combustione. Si compone di 3 parti: il filtro o serbatoio (tank) che contiene il liquido, l’atomizzatore che trasforma il liquido in vapore e la batteria che alimenta il tutto.
L’assenza di combustione è il suo grande pregio. In questo caso si surriscalda un liquido (glicole propilenico e glicerina vegetale, apparentemente innocui) miscelato con nicotina, che viene vaporizzato. Puoi, inoltre, diversificare l’aroma tra i tanti a disposizione, e scegliere la quantità di nicotina, diminuendola gradualmente o magari eliminandola del tutto.
Alessio, ad esempio, carica alcune sigarette con la nicotina, altre senza, e non potendole riconoscere, sostiene di non avvertire alcuna differenza.
Siamo sicuri che non faccia male?
L’OMS è stata chiara: “Certi ingredienti contenuti nella sigaretta elettronica sono nocivi e c’è la necessità di regolarizzare l’impiego delle sostanze aromatiche presenti perché, in alcuni casi, possono essere più pericolose del tabacco”.
La Food and Drug Administration (FDA), l’ente americano che regola i farmaci, le ha bocciate, affermando che questi prodotti contengono sostanze cancerogene come il dietilene glicole e le nitrosamine.
L’Istituto greco Demokritos giunge invece a risultati più “neutri” senza trovare alcuna prova di contaminazione chimica.
I dati più recenti risalgono al 2010, una risposta non è stata ancora data, ma nell’attesa se ne sconsiglia a priori l’utilizzo. A mio avviso, se fanno male e si possono fumare ovunque e più spesso, è meglio se ti fai un tiro di una sigaretta tradizionale: almeno te ne fumi una sola!
Mi rendo conto che la mia opinione (da non fumatrice) si basa solo su delle ricerche ancora acerbe e sulle idee di amici e parenti che l’hanno provata: alcuni sembrano soddisfatti anche solo per il fatto che migliora la respirazione e permette di tornare a sentire i profumi e ad avvertire i sapori, altri non rinunciano all’odore e all’aroma della classica paglia. Io rimango dell’idea che la sigaretta faccia male, sia quella tradizionale sia quella elettronica, e a meno che l’utilizzo di quest’ultima non serva ad aiutare le persone a smettere di fumare, trovo inutile utilizzarla.
P.S. Alessio pare stia effettivamente riuscendo a smettere o forse no? Il tempo ce lo dirà!
E tu cosa ne pensi?