A tavola con… Emma Travet
Una donna, diversi volti... all'anagrafe di chiama Erica, in rete Emma Travet, e capire chi è l'una e chi è l'altra non è sempre facile. Conosciamola insieme!
Ed eccola qui, dopo tanto rincorrerci: tra vite piene e frenetiche riesco finalmente a fare due chiacchiere con Enrica ma conosciuta meglio come EmmaT.
Giornalista pubblicista, collabora con marieclaire.it e varie riviste on-line oltre che con Oggi7 (il settimanale di Americaoggi www.americaoggi.info)
Lei è una che adora lasciare tracce su Internet, prendere appunti sulle Moleskine, ama la torta Zurigo, il panettone Galup, collezionare borsette (meglio se trovate nei mercatini delle pulci), l’arte contemporanea, abiti e accessori second hand, New York, il caffè macchiato (rigorosamente italiano). È sicuramente una donna che ha un suo carattere e un suo perchè.
Da piccola dice che si sentiva un mix tra Mary Poppins e Virginia Woolf. Ora che è diventata grande ha scritto un romanzo, “Voglio scrivere per Vanity Fair” (ed.Memori) con lo pseudonimo di Emma Travet e sogna presto di regalarsi una Pekaboo color ginger :)
Nel 2007 ha lanciato su internet il progetto Emmat: innovativo esempio di self marketing legato al romanzo, che ha come protagonista la sua alter ego ed è supportato da una serie di partecipazioni a mostre, eventi vari e interviste in radio e tv.
Senza dimenticare l’originale progetto grafico e di merchandising ispirato agli accessori che la protagonista cerca, acquista, e indossa, facendoli diventare parte attiva delle sue avventure: un’intera collezione di spille, specchietti da borsetta, burrocacao, portachiavi, venduti, in passato, direttamente sul web. Gli adesivi (o sticker) di Emma Travet, invece, sono stati fotografati dai suoi fan nei luoghi più impensati del pianeta per poi essere pubblicati periodicamente su facebook.
Io l’ho conosciuta così, approdata da poco in quel di Torino trovavo ovunque i suoi adesivi e mi sono messa a seguirla sull’allora social in auge, Myspace!
Adesso siamo tutti in attesa del secondo romanzo, al quale sta lavorando, le avventure di Madamin Travet proseguono nella vita reale e sul web sui vari social dove la trovate come Emma Travet twitter, facebook, friendfeed e sul suo sito emmatravet.it.
Andiamo intorno al tavolo…
Il tuo piatto preferito qual è? Perché?
Il fritto misto alla piemontese, perché racchiude dolce e salato e mi ricorda i pranzi con i parenti, in agriturismi della campagna piemontese, che terminavano sempre con mia nonna Mariuccia che intonava qualche tipica canzone in dialetto.
Se fossi uno chef che tipo di ristorante avresti?
Mmm… più che un ristorante io vorrei una pasticceria, dove poter prendere in tranquillità caffè e mignon, ma allora non sarei più uno chef! Comunque è altamente improbabile che io mi reincarni in uno chef, perché adoro mangiare ma sono negata nel cucinare. Pura tragedia.
Qual è l’odore del cibo che ti ricorda la tua infanzia?
Sono due: quello degli agnolotti di magro fatti in casa da mia nonna e quello sprigionato dal forno, dove cuocevano le torte preparate da mia mamma. Mi ricordano l’ infanzia perché quando si andava a pranzo da mia nonna era sempre una festa, così come quando mia mamma si decideva a realizzare una torta – non riusciva a farlo spesso visto il suo lavoro impegnativo.
Se fossi uno snack cosa saresti? Per quale motivo?
Il Mars, perché mi ricorda quando ero piccola e me lo dava di nascosto mia zia, visto che, in teoria, soffrendo di acetone, non avrei dovuto nemmeno guardarlo. Ma le cose proibite sono le più deliziose…non trovi?
Quando il cibo è una coccola/comfort food, che cosa ti prepari o concedi?
Adoro gli spaghetti integrali con le verdure grigliate (riesco a cucinarli anche io), poi fragole e crema catalana. Volendo strafare, esco di casa, vado in una nota pasticceria del centro e mi concedo una fetta di torta Zurigo. Se voglio tenermi più leggera, invece, scelgo la gofreria di Erica e Marzia, e mi faccio preparare un gofri alla Nutella o con la marmellata di pesche e amaretti. Se fosse invece di sera, esco e vado a mangiare una pizza, altro cibo per cui vado matta.
Dato che siamo donne al passo con i tempi… un consiglio tecnologico? Cosa non deve mancare in una cucina di un’amante del cibo? (elettrodomestici, applicazioni, tecnologie varie..)
Visto che odio cucinare, mia nonna Olga mi ha regalato, tempo fa, il noto Bimby. Tutti mi dicevano che avrebbe fatto miracoli, ma, a dire il vero, non è accaduto. L’unico miracolo sarebbe avere una cuoca a domicilio, e avrei risolto il mio problema. Altre “diavolerie” non saprei… so solo che se mi togliessero il microonde, sarei finita.
E per finire per tutte le Bigogirl, hai un consiglio da dare per rimanere in forma o un trucchetto che usi dopo una grande mangiata?
Dopo una grande mangiata, di solito, mi delizio con frutta, yogurt e tisana al finocchio. Per rimanere in forma… forse non sono la persona più adatta per dare consigli, visto che sono una dolce-e-caffè-macchiato-dipendente!