Contaminazioni magiche e l'arte della muffa
Antoine Bridier-Nahmias e la bellezza della scienza
Come si fa, oggi, a dare una definizione di “arte”? Forse mettendo nel grande tema concetti ed esempi dai più aulici e tradizionali ai più strani e contestabili.
La risposta di Wikipedia è che l’arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza. Nella sua accezione odierna, l’arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni e “messaggi” soggettivi.
Tuttavia, non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione.
Il prodotto artistico nasce da un atto creativo, che implica sempre il concetto sovversivo di “creatività”.
La creatività è sempre imprevedibile, è un processo di pensiero che sfugge alle leggi deterministiche e influenza il concetto del “bello” moderno.
E, se al frutto di questo atto creativo vengono attribuiti anche giudizi di valore, allora esso diventa Arte.
Muffe e funghi possono evidentemente essere un prodotto artistico.
La natura, del resto, in quanto ad Arte è la maestra.
Antoine Bridier-Nahmias ha creato una serie di “contaminazioni magiche”, esplorando l’impressionante diversità delle qualità materiche e cromatiche della muffe cresciute nelle piastre di Petri.
Si potrebbe pensare che più che arte e sforzo creativo, questo lavoro sia un esperimento scientifico.
Giudicare è sempre così difficile e ambiguo.
Antoine fa esperimenti, li fotografa e li documenta nel suo tumblr.
Sicuramente il suo blog è meravigliosamente strano, magico.
C’è qualcosa di affascinante e di potente eleganza.
“Perché quella blu?”
“Cosa sono?”
“Come hai fatto questo ottenere una forma così grande?”
Sono solo alcune delle domande cui ha gentilmente risposto.
È tutto così meravigliosamente disgustoso… da essere Arte.