I giardini sospesi e la meravigliosa arte degli String Garden
Gli String Garden conquistano tutti gli amanti del pollice verde
Mai sentito parlare di un certo Fedor Van der Valk e dei suoi tanto moderni String Garden?
Fedor Van der Valk è un vero e proprio artista contemporaneo, il “botanico che fa il designer” (questa la definizione che lui da di se) di origine olandese.
In realtà la sua storia è un po’ come quella di tanti altri: vari percorsi di studi mai completati e tante esperienze lavorative differenti fino a quando non è riuscito a individuare la sua vera passione: le piante e la bellezza della natura.
Da qui, buon per lui, un colpo di genio dietro l’altro ed ecco creati gli String Garden, letteralmente giardini appesi.
L’artista indipendente olandese, infatti, ha ideato questa singolare tecnica alternativa all’invasatura ispirandosi all’arte botanica giapponese.
Le sue piante rimangono magicamente sospese in aria grazie a sottili fili di nylon mentre le radici sono raccolte in sfere di muschio e terra. Con questa modalità possono essere coltivate indifferentemente piante da fiore o da frutto, innaffiate tramite nebulizzazione.
Dimentichiamoci quindi le tradizionali piante da vaso!
Gli String Garden sono stati presentati nell’estate 2009 alla Biennale di Arnhem e da quel momento hanno avuto uno straordinario successo.
Grazie a esposizioni, eventi e corsi collegati, sempre più persone hanno adottato questa tecnica per costruire particolari giardini sospesi nelle proprie case.
1) Di cosa si tratta?
Sono a tutti gli effetti piante alloggiate dentro a una palla ricoperta di muschio: si chiamano “kokedama”.
Senza vaso, potrebbero essere quasi definiti i fratelli minori dei cari vecchi bonsai: su vassoi illuminati o appesi e sostenuti da semplici fili di nylon, i kokedama piacciono così tanto che si stanno organizzando corsi in tutto il mondo per imparare a realizzarli.
2) Come si realizzano?
La cosa più importante per fare un buon kokedama è la scelta della pianta.
I più difficili da realizzare sembrano essere quelli sospesi, perché in quel caso occorre fare in modo che la pianta si adatti alla strana situazione “aerea” e si sviluppi comunque al meglio.
Il consiglio è quello di utilizzare (almeno per le prime esperienze) piante di “piccola taglia” che, almeno sulla carta, dovrebbero essere garanzia di maggior sopravvivenza e di facilità di gestione dato che l’equilibrio estetico di per se funziona senza aver bisogno di grandi potature per contenere le dimensioni naturali della pianta.
Inoltre, sarebbe meglio usare piante adatte alla vita in appartamento, dove, soprattutto in inverno, la luce è limitata. In genere si usano piccole felci, ma anche piante grasse.
3) Che tipi di terriccio si utilizzano?
L’aspetto fondamentale per la loro buona riuscita è senza dubbio la qualità e la scelta dei materiali: i kokedama sono composti da una miscela di terricci argillosi, in grado di trattenere l’umidità che altrimenti, soprattutto nelle piante sospese, evaporerebbe velocemente. Si usano dunque terricci speciali: il Ketotsuchi (detto Keto), l’Akadama e, a ricoprire, il muschio vivo. Sono prodotti che si trovano nei garden che vendono bonsai.
4) Quali sono i passaggi fondamentali?
Una volta procurati i materiali, occorre munirsi prima di tutto di una bacinella che servirà per immergere la pianta per alcuni minuti: le tecniche per creare la “palla” di kokedama sono tante e quella più semplice consiste nel mettere la piantina e il mix di terricci inumiditi al centro di un foglio per poi modellare la palla raccogliendo il tutto tra le mani.
Un’alternativa è usare reti a maglie fini che rimarranno parte integrante del kokedama.
Una volta creata la sfera, occorre ricoprire alla perfezione il kokedama con il muschio e riporlo all’ombra, in una bacinella con acqua in modo che si impregni di umidità.
Dopo qualche ora, sarà sufficiente toglierlo dall’acqua e lasciarlo “riposare” per qualche settimana, vaporizzandolo spesso, in modo che la piantina possa radicare e il muschio impiantarsi solidamente.
Se così sono terminate le fasi della sua “creazione“, non sono però esaurite le sue esigenze… anzi: il kokedama ha bisogno di essere collocato in posizioni della casa particolari: se siete amanti delle piante e avete una buona dose di tempo da dedicare loro potrete optare per il kokedama sospeso poiché soprattutto d’estate ha bisogno di essere bagnato veramente spesso.
Altrimenti di più facile gestione è quello nella ciotola da bagnare una sola volta a settimana.
Siete pronti a creare nei prossimi weekend autunnali il vostro bellissimo kokedama per uno string garden magico e mozzafiato?