I quilt di Gee's Bend: colore e improvvisazione per uno stile unico
Da una zona rurale dell’Alabama isolata geograficamente e dalla povertà nascono quilt dallo stile unico
[Questo post era già in programma quando a Boston sono scoppiate le bombe: il nostro pensiero va alle vittime.]
Ad Atlanta ormai è estate, ma nonostante la temperatura Marianna Franzosi, che prosegue la sua esperienza americana, è andata a vedere una mostra a Jonsboro dei meravigliosi quilt di Gees’ Bend. Oltre a essere incredibilmente moderni dal punto di vista artistico, raccontano la storia emozionante della comunità di donne dell’Alabama che li ha realizzati, a partire dall’inizio del secolo scorso. Ora sono un fenomeno artistico e sono stati esposti per anni in una mostra attraverso gli USA, da New York fino al Sud degli States.
La primavera ad Atlanta ha la temperatura di una calda estate. Nella grande città immersa nel verde la luce è intensa, gli alberi sono in fiore e l’aria è satura del profumo dei pini e delle magnolie.
È una terra con storie di grandi speranze ma anche di sofferenza il Sud degli Stati Uniti, come quelle raccontate attraverso i quilts, le originali coperte patchwork realizzate cucendo insieme diversi pezzi e strati di stoffa.
I quilts di Gees’ Bend, una zona rurale dell’Alabama a lungo isolata geograficamente e dalla povertà, sono stati cuciti a partire dagli anni ’30, da un gruppo di donne afro-americane residenti in quella comunità e oggi, riscoperti come un vero e proprio fenomeno artistico, sono esposti nei maggiori musei americani, a partire dal Whitney Museum of American Art di New York.
Sono tessuti che raccontano storie di vite incredibili, a partire dalle origini africane e dalla schiavitù prima della Guerra Civile, quando Gee’s Bend era il luogo di una piantagione di cotone, passando per la miseria estrema e la fatica del lavoro nei campi, le marce del Movimento per i Diritti Civili degli anni ’60, fino al riconoscimento artistico dei nostri giorni. Influenzate dai motivi dei tessuti tradizionali africani, queste donne hanno cucito insieme con pazienza e fantasia ogni pezzo di stoffa riutilizzabile, per riscaldare le proprie famiglie in una comunità che ha visto l’arrivo dell’elettricità e dell’acqua corrente solo nel 1974. Riprendendo la tradizione africana di comunicare e raccontare storie attraverso i colori e le forme dei motivi nei tessuti, queste coperte sono state realizzate anche per ricordare eventi importanti nella vita della famiglia e della comunità, come “Sentiero nel bosco” cucita da Missouri Pettway dopo le marce per la libertà degli anni ’60.
Nel tempo le quilters di Gee’s Bend hanno sviluppato uno stile unico e molto personale, caratterizzato da semplicità geometrica e vivace improvvisazione nell’uso dei colori e delle stoffe, richiamando incredibilmente alla vista l’arte d’avanguardia del Ventesimo secolo e la pittura astratta di Josef Albers, Frank Stella e Ellsworth Kelly.
Molte donne ricordano come riunirsi per cucire i quilt fosse l’unica distrazione fin dalla loro infanzia, dopo aver trascorso giornate infinite a raccogliere cotone nei campi. “Cucire i quilts mi ha aiutato a tenere insieme la mia vita, a darle una direzione oltre la fatica e la povertà – racconta Louisiana Pettway Bendolph dopo aver visto i propri lavori esposti – Tutto ciò che vuoi è che i tuoi figli ti guardino sotto una luce diversa, come qualcuno da ammirare. Bene, quando i miei figli sono entrati in questo museo, ho visto le loro facce.”
Marianna Franzosi