Il punto di vista dei gabbiani: le foto aeree di Gray Malin
Affacciato da un elicottero il fotografo americano va in cerca di angoli di costa da immortalare
Metà luglio. Iniziano i giorni bollenti, quelli in cui, in certe spiagge d’Italia, ci si accalca gli uni sugli altri pur di respirare un po’ di brezza marina. I più fortunati, i pochi che riescono ad andare al mare nei mesi magici di giugno e settembre o semplicemente chi è più attento a scegliere mete e modalità di viaggio, si troveranno forse davanti a (e a far parte di) un paesaggio diverso.
Il fotografo Gray Malin proprio questi “altri” scenari è andato a cercare, affacciandosi con il suo obiettivo da un elicottero sopra le spiagge di tutto il mondo. Nella serie “A La Plage” Malin crea paesaggi astratti che mettono in risalto i colori e le forme. La schiuma dei frangenti che formano dei ricami perlati sulla costa, le ombre regolari di ombrelloni, lettini e asciugamani, la disposizione picchiettata dei bagnanti, la fantasia delle spiagge libere (quando non sono invase dai rifiuti).
Proprio in questi giorni, come documentato nel suo blog, Malin sta sorvolando le spiagge italiane (vedremo che impressione ne avrà e ne avremo). Poi, a dicembre, sarà il turno dell’Antartide – ma lì che bagnanti ci sono, a parte i pinguini?. Se riuscirà nell’obiettivo, avrà fotografato le coste di sette continenti.
Tutto è iniziato con una foto di una piscina dall’ultimo piano di un hotel di Las Vegas, la prima della serie “A La Piscine”: qualche tempo dopo, l’attenzione di Gray Malin si è rivolta al mare. La parte più difficile del lavoro, dice Malin, non è azzeccare la luce (quella della spiaggia è molto maggiore di quella del mare), i capelli che gli finiscono in faccia quando si sporge dal finestrino dell’elicottero o il tremolio della macchina fotografica, bensì trovare un pilota decente e adeguarsi alle restrizioni di volo al di sotto di certe quote nei vari paesi.
Il risultato finale, queste foto che hanno il punto di vista di un gabbiano, rendono come non mai la sensazione del calore del sole allo zenit, della sabbia ardente, e dell’atmosfera sonnacchiosa che si respira in spiaggia. Ma mostrano anche la tendenza dell’uomo ad accalcarsi sul pelo dell’acqua e questa irresistibile voglia di bruciacchiarsi al sole.
C’è davvero da chiedersi cosa pensino di noi i gabbiani…