Intervista alla Ragazza dello Sputnik
Creazioni cucite a mano con amore
Vi presento la Ragazza dello Sputnik, un’archeologa che nella vita ha fatto della sua passione per il cucito e le stoffe una felice attività creativa. Le richieste fioccano per le sue pochette coloratissime, porta tablet imbottiti, allegre tovagliette e tanti altri originali prodotti. Carla vive in Sicilia, col suo compagno e la loro famiglia di cani e gatti.
Come hai scelto questo nome?
È un romanzo di Haruki Murakami al quale sono legata da molto tempo. Ci sono affezionata perché mi piace il senso di questo libro: la storia d’amore tra due donne che si girano intorno senza riuscire a raggiungersi, proprio come il satellite Sputnik girava intorno al pianeta senza mai toccarlo. Penso che questo concetto si addica all’arte, dove si insegue sempre l’ispirazione, un’idea rimanendo spesso con la sensazione di non raggiungere mai quella perfetta.
In più, lo confesso, all’inizio mi sono divertita a giocare con l’alone di mistero di questo nome!
Quando sei entrata nel mondo dell’hand-made?
Quello che faccio ora non ha nulla a che vedere con quello che ho fatto nella vita fino a un anno fa. Dopo il liceo classico ho scoperto un amore per l’archeologia e mi sono laureata in archeologia subacquea tre anni fa. Diciamo che sono una disoccupata in archeologia! Ma su questo non perdo mai le speranze!
Allo stesso tempo è stata l’occasione per scoprire una passione e una predisposizione naturale. La mia attività e nata in modo casuale, per gioco a Natale di due anni fa, quando decisi di fare agli amici dei regalini fatti da me. A un’amica che ha un negozio specializzato piacquero molto e mi propose di venderli. Da lì non mi sono più fermata! È un lavoro che mi impegna tantissimo ma il mio compagno mi sostiene e incoraggia molto con la sua determinazione: subito dopo la proposta della mia amica è arrivato e mi ha messo sul tavolo una macchina da cucire.
Quanto c’è di te nelle creazioni della Ragazza dello Sputnik?
Tanto. Scelgo sempre stoffe e progetti che mi piacciono. Poi l’ispirazione mi viene anche dal confronto con chi mi chiede un lavoro: molte delle realizzazioni migliori sono nate pensando alle esigenze di chi me le ha richieste. Mi piace accontentare le persone, ma sempre seguendo il mio gusto e il mio istinto creativo. Credo che molto del bello del mio lavoro di artigiana sia proprio quello di poter fare delle cose che mi piacciono e chi mi rispecchiano.
Quanto è importante Internet per te e che vantaggi trai dai social?
Mi rifornisco all’estero, online. Uso quasi solo tessuti americani perché trovo pattern originali difficilmente trovabili in Italia. Internet è fondamentale!
All’inizio ho lavorato moltissimo attraverso il passaparola degli amici, nella mia città. Poi sfruttando anche i social, non solo facebook ma soprattutto Instagram che mi dà sempre una spinta fortissima, ho allargato i miei orizzonti geografici e il lavoro è cresciuto in maniera esponenziale. Mi sento molto supportata dai miei follower e il loro entusiasmo e interesse mi danno una grande energia.
Quanto interesse riscontri in Italia per l’hand-made?
Ci sono molti appassionati ma trovo che purtroppo ci sia una rete di supporto meno efficiente che all’estero e secondo me dipende anche dal fatto che sia ancora diffusa l’idea che un oggetto fatto a mano o fatto in casa abbia meno dignità di qualcosa comprato in negozio.
Creative ce ne sono tante, e spesso tramite i social siamo in contatto, ma non si riesce ancora a sdoganare questo tipo di produzione. Sono anche utili le manifestazioni dedicate per creare contatti e poi chiunque abbia la mia passione dovrebbe andarci perché sono un bombardamento di colori, di idee, di energia!