Da dove nasce l’abitudine di mettere dei nani nei giardini?
C'è chi li libera e chi li porta in giro per il mondo... E chi semplicemente li tiene come decorazione!
C’è chi si portava il nano da giardino in viaggio per il mondo, per scattare fotografie da cartolina, e chi gira il globo per liberare tutti quegli gnomi “costretti” a vivere nei nostri giardini. E poi c’è chi ha pensato di lanciare una nuova tendenza dell’arredamento da esterni: che ne dite di mettere nel vostro giardino un bel nano da giardino zombie? Ma perché teniamo i nani in giardino?
Se in Europa esiste anche un paesino che è diventato la città degli gnomi, ecco che i nani da giardino sono da tempo protagonisti dei nostri giardini, con la loro barba bianca, la pelle rosa, il berretto rosso, dei pantaloni scuri e una casacca colorata: ma da dove nasce questa moda?
Per la prima volta sono apparsi in Germania nel XVII secolo, per poi essere importanti nel Regno Unito nel 1874, grazie a Sir Charles Isham, che ne portò con se dalla Germania 22 in terracotta, per decorare il suo giardino nel Northamptonshire. Da allora abbiamo iniziato a decorare i nostri giardini con questi nanetti, dalle forme disparate.
Per loro è nato anche il Fronte di Liberazione Nani da Giardino, che vuole liberarli tutti per toglierli dalle grinfie di persone cattive che li tengono prigionieri. I nani, secondo la tradizione, porterebbero fortuna a chi li libera e li riporta nel bosco… E lo sapevate che a Furore, città della Costiera Amalfitana, sono vietati per legge?