New York illustrata: Ritratto della Grande Mela
Tutti i palazzi di New York... raccolti in un blog di disegni
New York non è una città: è un mito, è un insieme di immagini, emozioni, reminiscenze, che associamo a un punto ben preciso della mappa globale, sia che lo abbiamo visitato o meno. Non importa che li abbiamo visti con i nostri occhi oppure no: tutti noi conosciamo i maggiori edifici di New York, riconosciamo la forma affusolata del Chrysler Building, sappiamo che si può salire sulla terrazza dell’Empire State Building, che da qualche parte vicino al Central Park c’è un grattacielo ad angolo (il Flatiron), ecc. E non solo. Riconosciamo New York all’istante, nei film, per le case di mattoni che nei quartieri più prestigiosi hanno una scala bassa e un giardinetto di fronte a un viale alberato e nei quartieri più popolari la tipica scala di sicurezza in ferro (chi non ricorda l’ultima scena di Pretty Woman?)
Ora, se sei un disegnatore (australiano), se sei minimamente ossessivo, ti piace particolarmente tenere traccia dei luoghi che visiti disegnandoli per comprenderli meglio e ti capita di restare a NY per un certo periodo, come fai a non pensare di fare un bel blog in cui pubblicare i “ritratti” di tutti (e sottolineo tutti) gli edifici di New York?! Ok, forse non è del tutto ovvio. Ma James Gulliver Hancock l’ha fatto: il suo blog, Allthebuildingsinnewyork.com, è un progetto in progress in cui sono collezionati i suoi schizzi degli edifici della Grande Mela, dai più prestigiosi ai più popolari, tutti ricercabili per quartiere o per tipologia.
Il progetto ha attratto l’attenzione di molti e recentemente si è trasformato in un libro: “All The Buildings In New York (that I’ve drawn so far)” – ho scoperto così che fin dagli anni Settanta esiste una casa editrice che si chiama “Rizzoli New York” e fa parte, come si può facilmente intuire, del gruppo RCS.
L’arte può essere un’efficace terapia contro le proprie ossessioni: una mano veloce registra un’istantanea del pensiero e mette via, in archivio, l’emozione di un minuto.
p.s. C’è un altro progetto di James Gulliver Hancock che mi fa stringere il cuore: si intitola “All the homes I’ve lived in” e che cos’è lo capite da soli.